Furti di rame e ottone nei cimiteri, scatta l’allarme. Si rubano maniglie, pomelli, vasi e addirittura crocefissi

Non bastava la corsa al nuovo oro rosso, il rame, e ai tombini di ghisa, ma la carenza di materie prime ed i loro prezzi alle stelle stanno facendo nascere nuove tendenze criminali: adesso ci sono anche i ladri di crocefissi in ottone, immagini sacre, vasi e oggetti come grondaie, pluviali dell’acqua e parti in rame. Arrivano allo “Sportello dei Diritti, infatti, da ogni dove del Nostro Paese le segnalazioni di questo tipo di furti. Sono mesi che si registrano, impuniti, degli importanti furti di rame e ottone nei cimiteri. In un caso nel camposanto di Lecce, avrebbero rubato anche un crocefisso di un metro e ottanta di altezza.

Vecchi o nuovi, non importa: tanto la loro destinazione è di solito un forno, per la fusione. Anche perché le quotazioni dell’ottone sono in crescita nel mercato della rottamazione e seguono solo quelle del rame, che fa più gola negli ambienti della criminalità. Solo così può spiegarsi l’ondata di furti che ha lasciato increduli i familiari dei defunti che hanno visitato le cappelle e i loculi presi di mira dalle bande di ladri. Una delle cause principali, come da tempo va a denunciare Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, è la crisi economica per la quale molti cittadini si ritrovano ad essere costretti ad arrangiarsi rubando questo tipo di materie prime che, una volta rivendute, consentono un facile guadagno.

L’appello per arginare questo fenomeno è quello di segnalare persone e movimenti sospetti al numero di emergenza 112. Oltre ad una necessaria intensificazione dei controlli nei cimiteri da parte delle forze dell’ordine.

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