La FIOM CGIL di Ragusa ha un nuovo segretario generale. E’ Gabriele Celeghin, 40 anni, dipendente della Metra di Ragusa eletto stamani al termine del 12° congresso provinciale della categoria di impiegati e operai metallurgici.
Succede a Francesco Maltese che lascia la carica per fine mandato dopo otto anni di attività.
Nella relazione il segretario generale uscente ha posto gli accenti sulla necessità della tutela e della crescita dei salari, sul contrasto alla precarietà con la lotta al lavoro nero e a forme irregolari, sulla revisione dell’attuale sistema degli ammortizzatori sociali e sulla riduzione, attesi i cambiamenti imposti dall’innovazione tecnologica, generalizzata degli orari e del tempo di lavoro a parità di salario.
Importanti passi in provincia di Ragusa sono stati fatti sulla bilateralità (strumento di partecipazione sociale, che concorre a garantire prestazioni mutualistiche ed assistenziali per tutti i lavoratori) laddove sono stati istituiti gli organi provinciali dell’EBAS(ente bilaterale dell’artigianato).
Capitolo a parte il rispetto alla salute e alla sicurezza nei luoghi di lavoro .
Il segretario generale della CGIL di Ragusa Peppe Scifo ha ricordato come cinque mesi fa è scomparso nel nulla Daouda Diane, il trentaseienne operario ivoriano di un’impresa di calcestruzzi che aveva denunciato in due filmati la precarietà dei sistema di sicurezza nel cantiere di lavoro. Una delle vicende più gravi e inquietanti, ha sottolineato Scifo, nello storia del lavoro in questa provincia. Si attendono ancora gli esiti di un’indagine difficile per omicidio e occultamento di cadavere. Sulla Finanziaria in discussione al parlamento c’è la necessità di tassare gli extraprofitti per fare cassa e non togliere alle categorie più deboli. La CGIL e la UIL mettono in campo politiche di contrasto e di confronto che nulla hanno a che vedere con quelle dichiarate da tempo dalla CISL.
Il segretario generale della FIOM CGIL Sicilia, Roberto Mastrosimone ha denunciato il fatto che il buon contratto firmato viene oggi intaccato dall’inflazione galoppante e dal caro che finisce con il mangiarsi quanto di buono ottenuto, con l’aumento dei salari, nella contrattazione con la controparte.