E’ stato pubblicato dall’Assessorato ai Servizi Sociali del Comune di Ragusa il bando per la presentazione delle domande relative ai contributi dello stato per il fitto casa relative all’anno 2011.
Gaetano Martello, segretario provinciale del SUNIA (Sindacato Unitario Nazionale Inquilini e Assegnatari) di Ragusa, ha dichiarato il suo imbarazzo nell’assistere le famiglie nella compilazione delle domande in quanto i fondi assegnati alla Regione Sicilia per tale finalità, se per gli anni scorsi erano esigui, per l’anno 2011 sono quasi inesistenti.
Leggendo la Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana nella quale è pubblicata la circolare qualcuno potrebbe addirittura pensare ad un errore di stampa quando invece è la pura realtà poiché, dichiara Martello, i governi che si sono succeduti nel tempo sono riusciti a diminuire di più e più drasticamente le risorse destinate allo stato sociale.
Il fondo nazionale per gli affitti è così passato dai 361,58 milioni di euro del 2000 ai 9,89 milioni di euro dell’anno 2011, mentre il fondo da ripartire nell’intera regione Sicilia passa da €. 14.981.928 per l’anno 2008 ad €. 13.228.733 per l’anno 2009 ed €. 10.309.024 per l’anno 2010 (che devono ancora essere trasferiti dalla Regione ai Comuni) e, dulcis in fundo, € 732.160,06 per l’anno 2011. Se poi si guardano le somme arrivate negli anni passati all’intera provincia di Ragusa (anno 2007 = €. 789.373, 2008 = €. 394.886 e 2009 = €. 417.116), si capisce la gravità della situazione.
I sindacati degli inquilini il 23 novembre dell’anno passato hanno fatto un presidio davanti al Ministero delle Infrastrutture e Trasporti e sono stati ricevuti dal sottosegretario Improta il quale alla fine ha firmato un accordo in base al quale nella legge di stabilità sarebbe stata inserita la somma di 315 milioni di euro per il welfare una parte dei quali doveva essere destinata a finanziare i contributi per il fitto casa: “Tale somma – conclude il segretario Gaetano Martello – è stata in effetti inserita nella bozza di legge di stabilità. Quello che ci chiediamo adesso è però dove sia finita, all’atto della definitiva approvazione è sparita.”