Non è stato facile incontrare Gaspare Di Caro, cittadino del mondo, uno dei più grandi illuminografi di origine siciliana e comisana. Ma con l’Associazione Ragusani nel mondo diventa tutto più facile specie se il personaggio da incontrare è un protagonista come lo è stato nei giorni scorsi il nostro personaggio. Intanto che cos’è un illumino grafo. Non è facile da spiegare perché si tratta di artisti che fanno diventare molto più bello un monumento con una serie di stratagemmi tecnici che sostanzialmente “illuminano” il monumento stesso facendolo diventare unico.
Ma andiamo con ordine.
Gasoare Di Caro nasce in Francia ad Antibes nel 1961, da genitori di origine comisana per parte del padre e marsalese per parte della madre.Vive e studia a Nizza, città vivace dove al contatto con tanti artisti affina la sua propensione per l’arte, ed in particolare per lo studio della luce, e il rapporto con lo spazio.
La sua formazione è cinematografica, letteraria e plastica. Ha lavorato con Ettore Scola, girato due documentari con Eugene Ionesco e Italo Calvino. Vicino a Mauro Bolognini, Federico Fellini e Samuel Beckett, per il quale ha scritto la nuova versione dello script di “Film”. Amico di Philippe Soupault e di Alberto Moravia per il quale ha tradotto in francese tre spettacoli teatrali.
D. Cos’è la luminografia e com’è andato a finire in Brasile ?
R. Dopo aver girato il mondo ho voluto perfezionare la magica arte di luminografo, un’arte che unisce due tecniche antichissime la lanterna magica e la camera oscura con cui si da rilievo ai particolari delle opere d’arte e dei monumenti.
D. Lei è definito il “pittore della luce” perché?
R. Perché le mie performances sono state viste in tutto il mondo, dalla Spagna alla Francia, dagli Stati Uniti agli Emirati Arabi, dal Sudamerica a Cuba.
D. Quali sono le cose da ricordare di più?
R. Credo che siano da segnalare in particolare l’illuminazione del Cristo Redentore di Rio De Janeiro, la Cattedrale dell’Havana durante la visita del Papa, la Fontana di Trevi a Roma.
D. C’è fra i suoi progetti futuri qualcosa cui lei tiene tantissimo?
R. Si, quello di illuminare l’Arco di Trionfo a Parigi e nuovamente il Cristo Redentore di Rio durante i prossimi mondiali di calcio.
D. E in ambito locale, cioè della provincia di Ragusa?
R. Il Portale di san Giorgio ad Ibla ma in modo permanente.
D. Lei ha scoperto la città natale dei suoi avi solo una decina di anni fa; che cosa ha significato ?
R. Nel 2001 quasi per caso scopro e mi innamoro di Comiso, città dei bisnonni, che definisco il punto di incontro fra immaginazione, realtà e desiderio. Sono stato attratto dalla bellezza dei suoi monumenti ed ho messo la mia arte al servizio di una comunità di cui sento orgogliosamente di far parte.
D. Qual è la sua aspirazione al fine di mettere a disposizione delle generazioni future la sua arte?
R. Istituire dei corsi di illuminografia in Sicilia al fine di per trasmettere alle generazioni future un’arte di cui mi sento uno dei pochi interpreti al mondo intero. Con l’uso di lampade a basso consumo l’illuminazione dei monumenti e opere d’arte potrebbe trasformare le città in un palcoscenico permanente, esaltandone l’incanto e valorizzandone i prospetti, con richiamo notevole per turisti e visitatori.
D. Che significa per lei aver ricevuto il Premio “Ragusani nel Mondo”?
R. Significa tantissimo nel senso che sono onorato di aver ricevuto un premio che grandi uomini di origine iblea hanno avuto per ciò che hanno fatto in campi diversi in tutti i continenti e quindi mi sento più importante di averlo avuto pochi giorni fa; il premio insomma sarà anche di stimolo a fare ancor di più in tutto il mondo e che serva a far conoscere la ragusanità ed i suoi valori internazionali.