Non si era mai visto che un presidente del Consiglio negasse alla maggioranza del Consiglio comunale di votare democraticamente un Ordine del Giorno. Non si era mai visto che dei dipendenti comunali, invitati in Consiglio come tecnici, col beneplacito del presidente controbattessero a dei Consiglieri comunali (guarda caso dell’opposizione), eletti dal popolo e perciò sovrani in aula, con arroganza, supponenza e perorando argomenti squisitamente politici.
Non si era mai visto un presidente del Consiglio politicamente così strafottente: a una pubblica assise non si vieta mai di potersi esprimere liberamente. Se, poi, entriamo nel merito dell’Ordine del Giorno presentato in Consiglio, la posizione del presidente, se possibile, si fa molto più grave e perfino insostenibile. In fondo, cosa si chiedeva di votare? Un Ordine del Giorno che chiedeva al sindaco di impegnarsi, seriamente e responsabilmente, a tutelare i diritti dei lavoratori precari (una categoria che questa amministrazione ha prima falcidiato e ora prende in giro). Perché tutti sappiano di cosa stiamo parlando, il Consiglio comunale voleva impegnare sindaco e giunta a:
1) fornire direttive agli uffici preposti per effettuare urgentemente un ampliamento della dotazione organica in funzione delle esigenze per la rimodulazione dei contratti a tempo indeterminato degli ex ASU e dei CO.CO.CO.;
2) dare disposizioni agli uffici competenti a rimodulare i contratti a tempo indeterminato di tutti gli ex ASU entro e non oltre il 31/12/2010 con una equa distribuzione oraria che garantisse pari opportunità a tutti i lavoratori;
3) farsi parte diligente presso gli uffici preposti con direttive finalizzate alla rimodulazione dei contratti a tempo indeterminato di tutti i CO.CO.CO. che prestano servizio presso l’Ente entro e non oltre il 31/12/2010.
Ecco di cosa stiamo parlando. Niente di rivoluzionario. Niente di metafisico o trascendentale. Stiamo parlando soltanto della tutela di quei lavoratori che versano in una condizione di somma incertezza e che vorrebbero, da questa amministrazione, risposte sensate e concrete e autentiche, anziché mistificazioni e menzogne tipo quelle raccontate pubblicamente sugli accordi con i sindacati che, manco a dirlo, erano (e sono) del tutto inesistenti. Per concludere, stigmatizziamo con forza il comportamento irresponsabile e fazioso del presidente del Consiglio, Raffaele Elia (comportamento, tra l’altro, non isolato) e preannunciamo che ci muoveremo su tutti i livelli istituzionali perché quanto successo non passi inosservato e non abbia a ripetersi, per quel rispetto, umano e politico, della dignità dei singoli Consiglieri comunali, del loro diritto d’indirizzo e iniziativa e controllo, e della loro facoltà di presentare e votare proposte in modo libero e democratico. (S.V.)