GIOVANI E MENO GIOVANI CHE SUONANO LE NOTE NATALIZIE IN CHIESA MADRE A SANTA CROCE CAMERINA.

Ascoltando le note di Christmas Day , We are the world,Oh happy day, white Christmas, e altri….riflettevo a quando, tanto tempo fa, la pro-loco di Santa Croce Camerina con suo Presidente di allora fece, con l’autorizzazione del Vescovo Mons. Angelo Rizzo, forse il primo dei concerti nella Chiesa Madre di Santa Croce Camerina, un concerto con  giovani e bravi musicisti locali.

Ora ascoltando le note  dei canti natalizi, che uscivano dai vari strumenti dei musicisti, diplomati o no, pensavo al difficile rapporto tra giovani e fede.

Eppure l’altra sera la Chiesa era piena. Tutti le generazioni erano presenti per ascoltare il concerto di Natale.

E’ stato un vero momento in cui fede, musica, arte storia e cultura si sono incontrati.

E allora ora mi chiedo. E’ vero che oggi, tra le generazioni di meno giovani e  dei giovani, c’è uno spegnimento d’interesse nei confronti della Chiesa?

La Chiesa per attirare i giovani, come deve impegnarsi? Sicuramente quello  dell’altra sera è stato un motivo valido per aggregare la gente ed avvicinarla al mondo religioso in modo indiretto se vogliamo, sfruttando passioni e voglia di socializzazione.

Tra i dati interessanti che spesso leggo c’è ne uno che forse stupisce o dovrebbe fare riflettere.

Nelle Università Pontificie presenti a Roma, ne cito alcune: la Lateranense,(nota anche come “Università del Papa” per il particolare legale con la Santa Sede), la Gregoriana, la Salesiana, l’Urbaniana, la San Tommaso d’Aquino, l’Antonianum e la Pontificia Università della Santa Croce etc., la presenza di giovani, laici o meno, che si vogliono interessare agli aspetti religiosi è ragguardevole.

In questo universo, aperto ai giovani di tutti i continenti, sono presenti persone   che  avvertono il desiderio di ricevere una formazione approfondita in campo religioso e teologico.

La missione di questi atenei è quella di formano la persona, intervenire nella dimensione intellettuale e culturale, prima ancora di quella spirituale.

Questi atenei  coinvolgono tante persone che vogliono raffrontare  la conoscenza della rivelazione cristiana con la ricerca scientifica.

Sono fermamente convinta che le porte di ogni Chiesa  dovrebbero essere sempre aperte per accogliere i fedeli in ogni momento e nelle loro manifestazioni.

La parola Evoluzione (di origine latina: evolutio, dal verbo e-volvere, che vuol dire” svolgere”. In origine era riferito al rotolo di papiro, che si srotola per leggerlo. Nel XIX secolo diventò una parola di frontiera tra un mondo “vecchio” e quello”progredito”), mi fa pensare ai documenti del Concilio Vaticano II e in particolare il messaggio profetico della costituzione Gaudium et Spes:

” Bisogna conoscere e comprendere il mondo in cui viviamo, le sue attese,le sue aspirazioni…, perché  l’umanità vive oggi un periodo nuovo della sua storia, caratterizzato da profondi e rapidi mutamenti che progressivamente si estendono all’insieme del globo”. Mi chiedo, alla luce di quanto detto, se le porte della Chiesa devono restare ancora chiuse alle iniziative?

Flessibilità, non so perché mi viene in mente questa parola, forse perché bisogna fare una sana autocritica ed aprire  le porte al dialogo culturale ed intellettivo.

Le feste religiose sono momenti di aggregazione tra i fedeli, dove bisogna intendere le tante espressioni umane, come quelle musicali, come risorse indispensabili per affermare la fede.