“Oggi il pensiero e’ di cercare benzina”. Lo dice all’AGI Giovanni Bruno che fa parte di un gruppo di una quarantina di italiani bloccati a Kherson, in attesa che si possa aprire un corridoio umanitario per fuggire dalla guerra in Ucraina.
“Ieri abbiamo ricevuto un messaggio dalla Farnesina che ci chiedeva se avevamo disponibilita’ di una autovettura”. Giovanni spiega che gia’ di prima mattina i suoi suoceri sono andati a cercare carburante. “Penso che la Farnesina stia verificando le disponibilita’ di ogni nucleo famigliare, nel caso si organizzasse un convoglio. Insomma quante macchine e quante persone, quanti mezzi servono. Qui le macchine non sono cosi’ tante come in Italia. Per fare un esempio, qui a Kherson ce ne sara’ una ogni dieci famiglie o piu’. Chi possiede un’automobile e’ benestante”.
Pare che al momento “ve ne sia disponibile”, ma non e’ chiaro quanto. “Dobbiamo cercare di farci trovare pronti nel caso si sboccasse all’improvviso la situazione. Ci sono persone che hanno trovato la macchina ma non sanno guidare. Siamo cercando di capire come possiamo aiutarci e organizzarci.
E i serbatoi delle auto dobbiamo cercare di riempirli. Dall’Unita’ di crisi della Farnesina ci dicono che lavorano senza sosta e che il ministro Di Maio e’ costantemente informato”, dice ancora Giovanni Bruno che conclude: “Nella notte non si sono sentiti bombardamenti. Abbiamo trascorso una notte tranquilla, siamo riusciti a riposare”.