GIUBILEO PER AMMALATI E SOFFERENTI,

 

Il giubileo per ammalati e sofferenti. Ieri, all’ospedale Civile di Ragusa, la Pastorale della salute ha voluto simbolicamente aprire la porta che conduceva in cappella per dare il via all’attività di servizio durante tutto l’anno della misericordia nei confronti di chi ha gravi problemi di salute. “Il nostro ufficio diocesano – ha detto il direttore don Giorgio Occhipinti  che ha celebrato il rito – ha voluto così prepararsi, nel giorno dell’Immacolata, all’attività di sostegno a tutte le fragilità. La cappella dell’ospedale è il luogo dove gli ammalati e i familiari pregano. Ogni porta di ogni stanza di malato in ospedale, ogni porta di ogni stanza di un anziano che dimora in una casa di riposo o di un malato curato a casa sul territorio parrocchiale è come se fosse una porta del giubileo della Misericordia. La porta rappresenta Cristo che si identifica nel malato e in chi, per anni, ha portato addosso i segni della fragilità. Dopo la preghiera giubilare, abbiamo varcato la porta della cappella proprio con questo spirito, quello di andare a servire l’ammalato”. Subito dopo, i fedeli si sono intrattenuti ad ammirare una immagine di Maria realizzata dal maestro Franco Cilia. “E’ un altro simbolo – aggiunge don Occhipinti – quello che rappresenta Maria che ci dona Cristo. Non dobbiamo dimenticare che la Vergine è stata la prima volontaria della storia del Cristianesimo. Subito dopo, l’aspersione dei fedeli con l’acqua benedetta a ricordare il momento speciale del battesimo”. Alla fine della cerimonia, don Occhipinti ha consegnato il mandato a tutti i volontari che hanno partecipato al corso formativo che ha preso il via nei mesi scorsi per potere svolgere la propria azione in seno alla cappellania ospedaliera e quindi al servizio dei malati anche nelle case di riposo oltre che nelle parrocchie. La cerimonia si è conclusa con l’omaggio floreale alla statua della Madonna nel cortile esterno dell’ospedale Civile a cui ha fatto seguito un momento di preghiera collettiva. “Dobbiamo ricordare – conclude don Occhipinti – che, ogni volta che varchiamo questa porta simbolica, pratichiamo il giubileo a tutti gli effetti attraverso il servizio a chi sta male e attraversa momenti di grave difficoltà”.