Sono centinaia i volontari accorsi per dare una mano nelle zone più disagiate. Con stivali ai piedi e pala hanno cercato di liberare Genova dal fango. I volontari sono giovani che usano Facebook o Twitter per organizzarsi meglio in squadre, studenti provenienti da tutte le parti di Genova, gli operai di Ansaldo, Fincantieri. Ma anche gli operai cassaintegrati che, spiritosamente dicevano che avevano tanto tempo libero a disposizione.
Quando si parla di loro, tornano alla mente tutti quei giovani che prima a Firenze, nel 1966, poi a Genova nel 1971, dopo due distruttive alluvioni, operarono silenziosamente e volontariamente per cercare di portare il loro aiuto e per questo furono chiamati angeli del fango. È doveroso parlare di questi volontari, lo meritano, loro spontaneamente si prodigano per aiutare tutte le persone disagiate.
Oggi come quarantanni fa non mancano questi ragazzi, veri e propri angeli.
Cambieranno gli stivali (oggi saranno più colorati) ma una cosa che li accomuna c’è, ed è il sorriso, che non smettono mai di avere anche quando la fatica aumenta, e non smettono mai di spalare fango finché non finisce la luce del sole. Questi ragazzi sono responsabili. Sicuramente questa esperienza li farà crescere in fretta. Come in fretta cercano di pulire dal fango la città.