Raccolti gravi indizi di colpevolezza a carico di SEDY Moustafa nato in Gambia il 02.05.1971 e CHATTY Lamin nato in Gambia il 02.02.1991.
Sono stati sottoposti a fermo di Polizia Giudiziaria in quanto responsabili di aver condotto il gommone dalle coste libiche fino a quando non sono stati soccorsi da una motonave, così come del resto, era stato da loro programmato.
I responsabili del delitto previsto dagli artt. 416 C.P. e 12 D.Lgs.vo 25.7.1998 nr. 286, si associavano con altri soggetti presenti in Libia al fine trarne ingiusto ed ingente profitto compiendo atti diretti a procurare l’ingresso clandestino nel territorio dello Stato di cittadini extracomunitari. Il delitto è aggravato dal fatto di aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale in Italia di più di 5 persone; perché è stato commesso da più di 3 persone in concorso tra loro; per aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale delle persone esponendole a pericolo per la loro vita e incolumità ed inoltre per aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale le persone sono state sottoposte a trattamento inumano e degradante.
I migranti a bordo del gommone sono tutti provenienti dal centro Africa ed attualmente sono ospiti presso il C.P.S.A. di Pozzallo in attesa del trasferimento.
I FATTI
In data 14/04/2015, verso le ore 17.00, la nave mercantile THIES MAERSK in acque internazionali procedeva al salvataggio di un gommone con 79 persone a bordo di varie nazionalità: Mali, Gambia, Nigeria, Senegal e Ghana. Dopo il trasbordo dei clandestini, il Comandante si dirigeva verso il porto di Pozzallo per lo sbarco dei migranti che giungevano verso le ore 22.00 del 14/04/2015.
ORDINE PUBBLICO ED ASSISTENZA
La macchina organizzativa in queste ore non si è mai fermata in considerazione dell’enorme flusso migratorio giunto sulle coste iblee. Ogni sbarco è gestito dall’ufficio Ordine Pubblico della Questura di Ragusa che ha messo a disposizione decine di uomini coordinati dal Funzionario della Polizia di Stato responsabile del servizio. Grazie al loro impegno, in poche ore dall’arrivo dei migranti, tutti venivano ospitati rapidamente al centro di primo soccorso ed accoglienza di Pozzallo.
Alle procedure partecipavano 40 Agenti della Polizia di Stato ed altri operatori delle Forze dell’Ordine, la Protezione Civile, la Croce Rossa Italiana ed i medici dell’A.S.P. per le visite mediche.
Il lavoro dell’Ufficio Immigrazione della Polizia di Stato è molto complesso e deve essere espletato in tempi ristretti così da permettere un immediato invio degli ospiti in strutture d’accoglienza.
La Polizia Scientifica lavora senza sosta per le operazioni di fotosegnalamento in considerazione degli ultimi arrivi. In tempi record, mediante l’installazione di 8 postazioni per il rilevamento delle impronte digitali sono stati identificati tutti i 400 migranti sbarcati ieri.
In questo momento si procede al trasferimento in altri centri dei migranti giunti in questi giorni.
La Polizia di Stato ha già predisposto il trasferimento con ordinanza del Questore di Ragusa su Napoli ed altre strutture del nord.
Attualmente stanno lavorando tutti gli uffici della Polizia di Stato presso il Porto di Pozzallo al fine di far rientrare il momento di emergenza connesso agli sbarchi.
LE INDAGINI
Gli uomini della Polizia di Stato – Squadra Mobile Questura di Ragusa – con la partecipazione di un’aliquota di Carabinieri ed una della Sez. Op. Nav. della Guardia di Finanza hanno individuato tra i 400 migranti gli scafisti di uno dei gommoni soccorsi.
Il lavoro d’indagine senza sosta di questi giorni ha dato i frutti sperati, difatti anche se dopo ore ed ore di lavoro, gli investigatori sono riusciti, non solo a scovare gli scafisti che nel contempo provavano a confondersi tra i migranti, ma anche a farli confessare.
Il “comandante” inizialmente ha inventato storie di fantasia, quasi di una costrizione a condurre il gommone, ma messo davanti alla realtà ha ammesso la propria responsabilità. Il cosiddetto “uomo bussola” ha ammesso subito di ave percepito del denaro ed un passaggio grati per occuparsi della rotta da seguire, previa una mini preparazione fatta in una casa attigua alla spiaggia luogo di partenza sulle coste libiche,
Prezioso anche in questo caso il lavoro degli interpreti che provenendo spesso dalle stesse zone dei passeggeri riescono ad entrare subito in empatia con i testimoni.
Pochi dollari per l’equipaggio, con il rischio, ormai diventato realtà, del carcere una volta giunti in Italia.
Il lavoro degli uomini della Polizia Giudiziaria ha permesso di individuare anche questa volta il responsabile di questo traffico di migranti, enorme business per gli organizzatori libici che arruolano tra loro scafisti capaci di condurre un natante anche da paesi per loro stranieri, al solo fine di non rischiare di finire in carcere e guadagnare il più possibile.
Stante quanto dichiarato dai testimoni, gli organizzatori hanno incassato per i complessivi 400 sbarcati circa 250.000 dollari dai passeggeri dei gommoni soccorsi.
LA CATTURA
Le indagini condotte dalla Polizia, hanno permesso anche questa volta di sottoporre a fermo di indiziato di delitto i responsabili del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Al termine dell’Attività di Polizia Giudiziaria coordinata dalla Procura della Repubblica di Ragusa gli investigatori hanno catturato gli scafisti che dopo le formalità di rito e l’identificazione da parte della Polizia Scientifica sono stati condotti presso il carcere di Ragusa a disposizione dell’Autorità Giudiziaria Iblea impegnata in prima linea sul fronte immigrazione, considerato che dopo il fermo iniziano tutte le fasi processuali particolarmente complesse.
BILANCIO ATTIVITA’ DELLA POLIZIA
Nel 2015 sono 16 gli scafisti fermati a seguito degli sbarchi in provincia di Ragusa. Lo scorso anno sono stati arrestati circa 200 scafisti dalla Polizia Giudiziaria. Inoltre, sono in corso numerose attività in collaborazione con le altre Squadre Mobili siciliane della Polizia di Stato (coordinate dal Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine) al fine di permettere scambi informativi utili per gestire indagini sul traffico di migranti dalle coste straniere a quelle Italiane.