Grave danno ambientale nel litorale sciclitano invaso da 1200 tonnellate di canne.

Mille e duecento tonnellate. Questa una prima stima della quantità di canne che si è riversata sul litorale sciclitano nel tratto di spiaggia fra Arizza e Palo Rosso, ricadente nelle borgate di Cava d’Aliga e Donnalucata. Un’area circoscritta, circa due chilometri, che risente della presenza della foce del torrente Modica-Scicli e dei suoi affluenti da dove anche questa volta in mare sono arrivati acqua e canne. Anche questa volta per dire che il 22 gennaio del 2017 un analogo fenomeno mise in ginocchio il litorale tenendo la popolazione con il fiato sospeso fino a primavera inoltrata con l’estate alle porte. Un danno ambientale non indifferente allora come ora; un danno che ha cambiato la fisionomia del lungo arenile sabbioso. La spiaggia e la battigia si confondono con ammassi di canne, classificati come rifiuti pericolosi. Condizione, questa, che costringe ad affrontare il problema non solo con cautela ma soprattutto con attenzione rispettando le norme per il prelievo e lo smaltimento.

I sopralluoghi e le previsioni di rimozione e smaltimento

Necessario intervenire con urgenza per la rimozione delle canne perchè l’arrivo di altre mareggiate porterebbe a fenomeni ben più gravi e pericolosi. Quello dell’insabbiamento delle canne che riaffiorerebbero ad ogni piè sospinto e quello della rimozione che diventerebbe più onerosa anche nello smaltimento. “E’ un fenomeno che mette ogni volta in ginocchio il nostro territorio. Tempi burocratici permettendo dovremmo riuscire a rimuovere la grande massa di canne che si è depositata nel litorale fra Bruca e Donnalucata entro due settimane o poco più – spiega l’assessore alle manutenzioni della giunta Marino, Enzo Giannone – abbiamo avuto già un primo confronto con l’Arpa. La problematica la porremo anche all’Autorità di Bacino che ha competenza sui corsi fluviali e che sta intervenendo con somma urgenza sui danni provocati dall’alluvione. Un fenomeno analogo si è verificato anche a Cagliari e già abbiamo avuto contatti con i tecnici dell’ente cagliaritano per un confronto diretto sulle modalità di intervento. Dovremo intervenire con un’ordinanza sindacale per questo stiamo lavorando e valutando i percorsi amministrativi da seguire. Fra le ipotesi c’è la rimozione ed il trasferimento in un’area sequestrata affidata al nostro Comune e qui, dopo il processo di essiccazione, triturarle e smaltirle. Dobbiamo verificare se questa strada è percorribile”. 

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