Solo un attimo mi piace ricordare con orgoglio lo sforzo che un anno fa un minuscolo gruppetto di illusi, nella solitudine e nell’indifferenza di tanti, raccolse l’adesione di oltre 1200 sciclitani ad uno, a due o a tutti e tre i referendum proposti.
È l’unico motivo per cui credo giusto firmare questo intervento con il logo dell’Italia dei Valori, senza il cui impegno non saremmo oggi qui a celebrare una grande giornata di democrazia.
Ma oggi è la festa di tutti gli italiani, che oltre il loro credo politico, hanno rivendicato e perseguito il loro diritto di esser protagonisti sulle scelte riguardanti i diritti fondamentali, l’acqua, la salute, il principio di uguaglianza di fronte alla legge.
Mi ha commosso vedere alle urne coloro che un hanno fa, vedendo il nome di Di Pietro, fuggivano inorriditi senza saperti spiegare il perché: anni di informazione al guinzaglio sono riusciti a stravolgere il significato delle cose, a trasformare i simboli positivi in negativi, ad inculcare nella mentalità collettiva la telegenìa fra le qualità necessarie di un politico al posto della inattaccabilità sul piano etico.
Mi ha impressionato vedere che la finzione ha un limite, di fronte alle cose serie la gente preferisce decidere in prima persona anziché delegare un potere la cui cifra morale si è caratterizzata per aver portato avanti cricche che son state capaci di ingrassarsi persino sui terremoti.
Mi piace illudermi che il troppo stroppia, il servilismo corrotto dei Tg di regime, la sparizione del Giappone dalle notizie, il silenzio omertoso sui referendum, le mille incredibili bugie sulla fuga dalla giustizia, hanno cominciato ad apparire come vistose crepe sulla maschera di cerone del governo del bunga-bunga; mi piace pensare che tutto questo abbia contribuito a far risorgere un sentimento da troppo tempo sopito in Italia: l’Indignazione: l’indignazione di chi fa miracoli per far bastare i soldi fino alla fine del mese, l’indignazione di chi lotta ogni giorno con un presente difficile e deve sentirsi raccontare balle sul fatto che stiamo meglio anche se non lo sappiamo, l’indignazione di chi si sforza di insegnare ai ragazzi il dovere, il sacrificio, l’integrità mentre i modelli vincenti sono quelli di Sodoma e Gomorra, l’indignazione di quanti credono che l’unica speranza di futuro per la società sia l’onestà.
Per tutto questo io credo che questa vittoria referendaria non sia la festa di IdV ma è la festa di tutto il Popolo e noi siamo felici ed onorati di aver dato il nostro umile contributo.