Ha vinto la democrazia, sorretta da tutti coloro che, subiti gli effetti devastanti delle riforme di Renzi – Buona scuola, Jobs Act, Sblocca Italia, decreti banche-, non hanno accettato che si stravolgessero ben 47 articoli della costituzione, baluardo della nostra Democrazia.
È stata una lotta impari: quella tra il vero populismo, sbandierato nelle TV, nei giornali, nelle piazze, finanche nel quesito referendario, e quella della nuova resistenza per difendere i nostri istituti democratici, affinché rimanessero, e anzi tornassero ad essere luoghi e strumenti per realizzare pienamente la prima parte – principi, diritti e doveri – della nostra preziosa Carta.
Alla riduzione del numero dei parlamentari in cambio della nostra sovranità, al falso superamento del bicameralismo e all’introduzione di un iter legislativo confuso e conflittuale, alla inconsistente abolizione del Cnel, all’accentramento a livello centrale delle competenze regionali, nonché al depauperamento della funzione legislativa del Parlamento, la maggioranza degli italiani ha opposto un forte e chiaro “No”.
Gli italiani hanno opposto la vera necessità alle ingannevoli e dannose proposte di questo governo: leggi eque e giuste, emanate da una classe politica sobria e responsabile, al servizio della collettività.
La presenza del MoVimento 5 Stelle in questa battaglia per la sovranità popolare è stata forte e chiara; io stessa ho preso parte a numerosi incontri e iniziative di informazione e sensibilizzazione per sostenere le ragioni del no, coltivando la possibilità di dialogo e dibattito. La stessa organizzazione di un convegno a Rosolini, che ha ospitato il Senatore M5S, membro della Commissione Affari Costituzionali, Nicola Morra, è stata un’importante occasione per i concittadini di conoscere più a fondo contenuti e retroscena della riforma, per confrontarsi e raccogliere istanze.