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Hanno lavorato per 43 anni ma all’INPS ne risultano solo 33 e non possono andare in pensione: succede a Vittoria
22 Mar 2025 17:45
L’Amiu è nell’occhio del ciclone. L’ex azienda municipalizzata di igiene urbana, in liquidazione da 11 anni, vive momenti travagliati. Gli ex dipendenti, ora transitati alla ditta privata che gestisce il sevizio, non possono andare in pensione.
L’azienda ha pagato tutti gli oneri contributivi, ma non li ha registrati sulla piattaforma Inps. Dal 2004 al 2014 (ultimo anno di attività dell’azienda speciale del comune), i contributi sono stati versati, ma nessuno ha provveduto alle “denunce mensili della retribuzione”, cioè a inserire e registrare i dati della retribuzione e dei versamenti contributivi di ciascun dipendente.
In questi mesi i nodi sono venuti al pettine. Alcuni operai, ormai in procinto dell’età pensionistica, sono stati stoppati. Chi ha completato i 43 anni di attività lavorativa (il massimo ai fini pensionistici) ne ritrova registrati solo 33. Conseguenza: dovrebbe andare in pensione con uno stipendio inferiore.
Da mesi si vivono momenti di tensione. Il comune ha dato incarico all’ex liquidatore, Giansalvo Bianca, di colmare questa lacuna. La posizione di 10 dipendenti sarebbe stata regolarizzata. Ma ne mancano all’appello altri 25 o 30 (tra coloro che hanno lavorato come dipendenti a tempo indeterminato) e almeno 300, tra coloro che hanno lavorato a tempo determinato, magari in estate, per periodi più o meno lunghi. Anche per loro, quei mesi di lavoro servono per completare il periodo necessari ai fini pensionistici.
Sulla questione, il capogruppo di Diventerà Bellissima, Nello Dieli, ha presentato due interrogazioni e ha incalzato in aula l’assessore alle Finanze Peppe Fiorellini. Quest’ultimo, da noi raggiunto telefonicamente, ha assicurato che entro l’estate tutte le situazioni saranno regolarizzate e ha assicurato che ci avrebbe fornito l’indomani tutte le notizie necessarie. Da allora – sono passate quasi tre settimane – non ha più risposto al telefono, né ai messaggi.
Raccontiamo dunque la situazione così come la conosciamo. E come la conoscono i dipendenti dell’ex Amiu, oggi furiosi nei confronti della loro ex azienda che, per errori o dimenticanze del passato, temono di veder compromesso il loro futuro pensionistico, o di veder slittare in avanti il tempo dell’agognato riposo. Dieli, che è anche segretario provinciale della Confederazione Ugl e del settore Igiene Ambientale, ha seguito la vicenda nel doppio ruolo di sindacalista e di consigliere comunale. Un’altra consigliera, Maria Giovanna Zocco, del Pd, ha presentato una mozione per chiedere all’amministrazione di porre rimedio alla situazione.
In città e tra i dipendenti cresce la preoccupazione. Intanto il comune ha nominato una nuova liquidatrice, che ha preso il posto di Giansalvo Bianca.
E sull’Amiu incombono anche altre nubi. L’azienda registra grossi passivi che, quando la liquidazione sarà completata, si riverserà nelle casse dell’ente, rischiando di mandarlo in dissesto. Le due aziende in liquidazione, l’Amiu e l’ex Emaia, con i loro bilanci pesanti, non fanno dormire sonni tranquilli agli amministratori. E non è un caso forse che la proceduta di liquidazione rimane pendente da più di 10 anni e non si avvia mai a conclusione. Nel caso dell’Amiu, poi, pare si sia registrata una divergenza di vedute tra l’ente, che sostiene di aver versato delle spettanze per servizi aggiuntivi resi, e i liquidatori dell’azienda, che non ne trovano traccia nei bilanci passati dell’azienda. Anche qui, una patata bollente e un nodo difficile da ripianare.
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