Il 2 novembre 2019 ho avuto un grave incidente stradale, non per un colpo di sonno o
un malore come erroneamente è stato scritto, ma per evitare un gatto che attraversava
la strada, in quel momento bagnata, perdendo il controllo e andando a sbattere contro
un muro.
Già dai primi soccorsi, il ruolo di medici e infermieri è stato essenziale.
Io, la sottoscritta Modica Bittoldo Carmela, 49 anni, ricoverata in prognosi riservata
nel reparto di rianimazione dell’Ospedale Maggiore di Modica, sono stata operata
d’urgenza all’addome il 6 novembre e riportata nel suddetto reparto, dove sono
rimasta complessivamente 10 giorni, per poi essere trasferita nella divisione di
chirurgia fino al 18 novembre.
Mi sento in dovere, prima di tutto, di ringraziare il Signore di essere viva. Ma voglio
anche ringraziare dal profondo del cuore tutte quelle persone che si sono prese cura di
me: del reparto di rianimazione, ringrazio infinitamente il primario Rosario
Trombadore, tutta l’équipe medica, le infermiere, gli infermieri, le signore della
pulizie; del reparto di chirurgia, ringrazio profondamente il primario Luigi Conti, tutti
i medici, le infermiere, gli infermieri e gli ausiliari.
Ringrazio tutti per l’efficienza, per l’efficacia, per l’umanità, per l’ascolto, per il
conforto e per la vicinanza con il paziente (e non mi riferisco solo alla mia persona).
Fondamentale è stato anche il confronto tra professionisti di Trombadore e Conti e il
loro tempismo nell’assumere quelle scelte che mi hanno salvato la vita.
Sono felice di poter dire che questa è la sanità di cui ogni cittadino ha bisogno, e
ritengo giusto elogiare coloro che svolgono il proprio lavoro con passione e lo vivono
come la loro missione, nonostante il pesante turnover.
Non è giusto esaltare e fare manifesti solo dei casi di malasanità perché fanno notizia.
È fondamentale osannare anche i casi di buona sanità, affinché non passino
inosservati.
In Fede
Carmela Modica Bittoldo.