HYE MYUNG KANG, STRUGGENTE E ATTUALE BUTTERFLY, NEI PANNI DELLA GEISHA DI PUCCINI

  
TAORMINA – «La mia sarà una Butterfly estremamente attuale, non potrò prescindere dalle mie origini e da quelle che sono state le mie esperienze: impersonando la “tenue farfalla” il mio pensiero va soprattutto alla situazione in Corea, la mia terra, divisa da sempre tra i due blocchi Oriente ed Occidente, tra due culture estremamente differenti.Cio-Cio San, inoltre,è la mia eroina, con la fragilità e la forza di una donna ardente e tenace: c’è, infatti, qualcosa di magico nell’attendere l’amore fino a struggersi nel profondo, fino a contemplare l’estremo sacrificio di sé, fino a decidere di recidersile ali».
È una voce decisa e insieme soave quella di HyeMyung Kang, il brillante e bellissimo soprano di origini coreane che si rivela giovane promessa del panorama lirico dopo l’affermazione al concorso di canto del grande Placido Domingo, che di recente l’ha voluta al suo fianco in numerosi concerti. Sarà lei a vestire i panni della tenera geisha di Nagasaki, protagonista a tutto tondo del capolavoro di Giacomo Puccini. In lei Enrico Castiglione, regista e scenografo di fama internazionale, ha visto vibrare le ali e la voce della “giusta” Cio Cio San, proprio per le sue interpretazioni piene di leggiadria, nonché per l’impressionante verosimiglianza con il personaggio, tanto da sceglierla per il debutto assoluto al Teatro Antico di Taormina, dove il capolavoro di Giacomo Puccini andrà in scena il 7 luglio (per poi essere replicata solo il 9), aprendo così la quinta edizione del Taormina Opera Festival, trasmessa in mondovisione in duecento sale cinematografiche sparse in trenta paesi.
La “tragedia giapponese” sarà condotta dal rinomato direttore d’orchestra greco Myron Michailidis, alla testa del Coro Lirico e dell’Orchestra Sinfonica Taormina Opera Festival. Pinkerton, il superbo tenente della marina statunitense che abbandona la giovane sposa con un figlio, sarà il tenore serbo Zoran Todorovich, protagonista della scena operistica. Nel ruolo di Sharpless, console americano a Nagasaki, il baritono Piero Terranova, mentre l’affettuosa servente Suzuki sarà il mezzosoprano Annunziata Vestri. Nei ruoli di fianco, il mezzosoprano Anna Consolaro (Kate Pinkerton), il tenore Andrea Giovannini (Goro), il tenore Filippo Micale (il principe Yamadori), il basso Giovanni Di Mare (lo zio bonzo) e ancora Angelo Nardinocchi, Gonca Dogan, Lora Jeonghee, Silvia Lee. Gli artisti vestiranno i costumi ricercati  di Sonia Cammarata, che con Castiglione ormai da anni firma un felice sodalizio, sulla scena e nella vita, che li ha condotti a divenire una delle più applaudite coppie del teatro musicale.
Fulcro narrativo dell’opera – tra le più difficili da affrontare, sia per la tenuta tecnico vocale e muscolare, sia per la tensione emotiva che vivono i personaggi –è il limbo di sentimenti nel quale si trova imprigionata la quindicenne giapponese, pronta a rinnegare la propria famiglia e la propria fede pur di realizzare il suo amore impossibile. Un ventaglio di struggenti emozioni dipanati dalle vocalità limpida e viscerale di HyeMyung Kang, la quale, al suo debutto in Italia, si confessa pronta ad emozionare con quel continuo oscillare fra fortissimi acuti e sonorità livide, quando si approssimerà il momento del suicidio…
 
–         Da Seul, dov’è nata, a Roma, al Conservatorio Santa Cecilia,dove si è formata e ha perfezionato il suo talento. Oggi, invece, a Taormina nelle vesti fragili diCioCio San: che emozione le dà cantare nella cavea classica forse più suggestiva dell’antichità?
Indubbiamente un’emozione unica per tanti motivi: si tratta del mio debutto nella patria dell’Opera, con un personaggio che io prediligo e sento di più in assoluto, in un posto dove la magia di 2300 anni di Storia aleggia e si rende palpabile, si può respirare e vivere in prima persona… tutto ciò non non ha pari!
 
–         Infatuata d’amore, di fronte al doppio inganno dall’americano Pinkerton, decide di scomparire dalla scena del mondo, lasciandosi andare all’ineluttabile harakiri.Qual è la sua visione del personaggio femminile di Giacomo Puccini?
Cerco di vedere la protagonistadi questo racconto doloroso e triste ritornando alle origini, ovvero, come lo interpretava il Maestro, un essere umano pregno di tutto l’amore possibile, da quello animico a quello più passionale: in realtà mi sento, durante l’interpretazione di questo personaggio, come accarezzata continuamente da Puccini.
 
–         Oltre che ad una impressionante verosimiglianza fisica, come si rivede nel ruolo della “tenue farfalla”? Quanto la affascina la storia di questa eroina tragica?
È una domanda a cui vorrei rispondere con un aneddoto che rimarrà per sempre scolpito nella mia mente. Qualche anno fa, mentre ero in Francia un regista mi chiese se io volessi interpretareButterfly: da qui iniziarono una serie di situazioni che lo portarono a venirmi a vedere in una messa in scena della stessa opere e a decidere di comperare tutta la produzione, alla sola condizione che io impersonassi il ruolo dell’eroina giapponese. Questa richiesta mi emozionò particolarmente, come potete immaginare, ma quando tornai in quel luogo, Merignac, scoprii che nel frattempo il regista ci aveva lasciati efu per me un duro colpo: ricordo come fosse ora, che durante la recita mi sembrò di sentire piu volte la sua voce. A fine spettacolo, forse guidata proprio dalla sua mano in questa impresa, emozionante in tutti i sensi, ricevetti la standing ovation di ben 1300 persone di pubblico, ho pianto e tutt’ora non riesco a contenere l’emozione quando racconto e ripenso a questi momenti. Si capisce da sé quanto io abbia interiorizzato e mi riveda molto in questo personaggio, dolce e tenero, forte e deciso.
 
–         Lei proviene da un repertorio belcantistico, come affronterà vocalmente la messa in scena con un ruolo lungo, difficile e dalla tessitura sempre in alto, sulle note di passaggio?
Semplicemente seguendo le indicazioni di Puccini, le dinamiche, i fraseggi, la capacità incisiva della parola e del suo significato, cercherò di interpretare una Cio-Cio San non quantitativa, ma qualitativa, spostando tutto sul piano del sentimento.
 
–         In questi giorni state ultimando le prove, ci parli della costruzione dello spettacolo diretto dal maestro Castiglione?
E’ stata ed un’esperienza decisamente entusiasmante! La figura del regista nei tempi moderni ha acquisito molta importanza, ma in alcuni casi, quando vuole costruire al tuo posto una figura, rischia di diventare artisticamente invadente. Enrico Casstiglione ha questo grande pregio, voler costruire il personaggio, con idee sue molto chiare, ma sul “materiale” che ha a disposizione, facendoti sentire a tuo agio, e creando una vera Cio-Cio Kang, direi simpaticamente, e non un’imitazione di Cio-Cio San, fatta da una qualsiasi interprete. “Cosa rara anzi unica”  si direbbe in altra opera composta dallo stesso autore e stessi librettisti!
 
–         E quale il suo rapporto, nella scena, con il collega serbo Zoran Todorovich, che impersona il superficiale Pinkerton?
È un rapporto bellissimo! Anche qui un altro piccolo aneddoto, quando il mio manager mi ha detto chi sarebbe stato Pinkerton in questa produzione, ho cominciato a urlare di gioia, ho sempre seguito la carriera di Zoran e adesso sentirsi cantare le meravigliose frasi di Puccini da un artista di tale valore  mi fa sentire davvero la “tenue farfalla”.
 
–           Come è nata la tua passione per l’opera?
La mia passione per l’opera nasce grazie a mia Madre, che è stata una cantante di musica popolare in Corea del Sud, ma appena iniziata una brillante carriera, ha dovuto sospendere perche ha scelto di fare la moglie e la madre a tempo pieno. Da piccola ho iniziato subito a nutrirmi di musica, mia madre mi ha fatto entrare nel coro di voci bianche di una emittente televisiva coreana, ma c’è stato un momento esatto in cui ho “deciso” che il mio lavoro sarebbe dovuto essere a breve quello della cantante d’opera:  quando ascoltai la mia connazionale Sumi Jo, rimasi catturata da questo grande personaggio e qui iniziò il mio percorso.
 
–         È la prima volta che viene in Sicilia? Che idea ha dell’isola, del suo territorio, della sua cultura?
In realtà sono stata già a Palermo e a Catania durante i miei precedenti soggiorni in Italia, sono però per la prima volta a Taormina e quando ho sentito che sarei tornata in Sicilia, sono esplosa di felicità. Anche io sono un’isolana, il mio paese Je-Ju, è situato su una piccola isola, quindi conosco e riconosco le peculiarità territoriali e culturali di un’isola. Poi sole, mare, buon cibo, ospitalità unica e sorriso sempre stampato sulle labbra, fanno della Sicilia un posto magnifico.