I CONSULENTI DEL SINDACO CHE COMPLICANO LA VITA AI CITTADINI

Ormai tutte le Amministrazioni locali si avvalgono di consulenti che, da un punto di vista teorico, dovrebbero consigliare i Sindaci ad ottimizzare le procedure e la gestione di settori curati dall’Ente, avendo cura di armonizzare al meglio l’impatto di tali procedure sulla cittadinanza.

Se la funzione di queste figure professionali che, ad onor del vero, sono sempre figure imposte dalla politica, anzi dalla malapolitica, quella che impone, detta le regole del gioco, che assume la regia d’ogni atto, piuttosto che semplificare le cose, proprio per l’inadeguatezza ad espletare il ruolo che gli amici di partito gli hanno confezionato, le complica, allora è il caso che s’intervenga al fine di evitare ulteriori complicazioni sia all’Amministrazione che ai cittadini.

Relativamente al servizio di refezione scolastica, a Modica, il Sindaco si avvale della consulenza del Consigliere Tato Cavallino che sembrerebbe aver recepito delle regole da parte della società che gestisce il servizio pasti ,che sicuramente non hanno migliorato il rapporto con le famiglie degli scolari, anzi lo stanno inasprendo.

 

Accade infatti che se un bambino/a, per ragioni di salute o per qualsivoglia altra causa, è impossibilitato a recarsi a scuola, malgrado la famiglia si faccia carico di darne comunicazione a chi di dovere, con le nuove regole che il consulente dovrebbe contestare con forza, si perde il diritto al buono pasto di quel giorno. Di più, la penalizzazione è doppia perché anche il giorno successivo non potrà consumare il pasto, in quanto il giorno precedente, reo d’essere stato assente, non ha consegnato il buono per il giorno seguente. Siamo alle comiche!

Le regole in una società democratica, sono il segno positivo del rispetto tra le parti, ma se qualcuno opera delle forzature, è evidente che qualcosa non funzioni. Capirei la regola, solo nel caso in cui la famiglia del bambino non desse comunicazione al responsabile del servizio di refezione, ma quando questa c’è, in virtù di quale principio, non si può tenerne conto e consentire d’utilizzare il buono pasto nei giorni successivi? Fare una telefonata per dire che in quel giorno i pasti da preparare debbano essere inferiori di uno o di dieci, comporta qualche sforzo sovrumano?

 

Tra l’altro, farebbe realizzare delle economie all’Ente e non esaspererebbe gli animi dei genitori dei bambini, che in presenza di questa novità, si stanno attrezzando per non consegnare i buoni pasto dei propri figli.

Magari il Consigliere Cavallino non avrà considerato il fatto, che dati i tempi di vacche magre, per molte famiglie è importante non rinunciare a quei 2,40 € che di fatto vanno sprecati per un’analisi non corretta della questione.