I dazi di Trump avranno un impatto minimo sulle esportazioni delle imprese ragusane

L’offensiva commerciale di Donald Trump, che ha il dichiarato obiettivo di far scattare dal 2 aprile nuovi dazi sulle importazioni di tutti i Paesi che hanno rapporti commerciali con gli Usa, non spaventa più di tanto le imprese iblee che esportano nel grande mercato oltre Oceano. Secondo dati Istat e Prometeia, ripresi dal Sole 24 Ore, l’impatto delle vendite ragusane negli Stati Uniti è di poco superiore ai 22 milioni di euro, pari al 4,1% del totale delle esportazioni. 

Il nostro export è soprattutto in Europa

La maggior parte delle esportazioni ragusane, il 74,1%, è infatti rivolto ai Paesi dell’Unione Europea, il restante 25,9% – tra cui la quota Usa – nel resto del mondo. Per ogni 100 euro di Prodotto interno lordo, l’export ragusano vale 538 milioni di euro, cifra che fa segnare un onorevolissimo +52,1% rispetto al 2019. La provincia è al quarto posto nell’Isola, preceduta da Siracusa, Messina e Catania.

Nell’Isola
In Sicilia, è proprio Siracusa la provincia con maggiore export (petrolio e affini su tutto) per un valore di 7 miliardi e mezzo di euro. La provincia aretusea è addirittura terza in Italia per peso di esportazioni, dopo Arezzo e Lodi.
La provincia siciliana più esposta ai dazi trumpiani è Catania che negli Stati Uniti vende apparecchi elettrici per quasi 316 milioni di euro.

Salafia (Frantoi Cutrera): “Attendiamo gli esiti”
I nostri prodotti più ambìti, da New York a Los Angeles, sono quelli legati all’agroalimentare di qualità: olio, salsa di pomodoro, cioccolato di Modica.
Secondo Sebastiano Salafia, marketing manager di Frantoi Cutrera, le cui bottiglie si trovano in alcuni dei migliori negozi alimentari degli States, “la nostra attuale strategia è l’attesa, anche perché non vendiamo direttamente negli Stati Uniti, ma tramite un importatore locale, né facciamo e-commerce. Pertanto non possiamo cambiare la politica sui prezzi, che nel settore derivano da quelli in origine. Nelle ultime settimane il nostro player ha emesso maggiori ordini, pari a circa il 20%, perché evidentemente ha fatto scorte delle nostre bottiglie di olio extravergine di oliva proprio in vista dell’aumento delle tariffe doganali.” Per Frantoi Cutrera il mercato estero più ricco è la Germania.
Salafia sostiene “che eventuali ripercussioni sul mercato americano si vedranno tra sei mesi”, tuttavia è convinto che “non subiremo cali, perché la clientela alla quale ci rivolgiamo vuole un prodotto di alta qualità per cui vale la pena spendere qualche dollaro in più. Probabilmente saranno gli oli di fascia più bassa a risentire delle maggiorate tariffe doganali statunitensi.”

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