Tutti i giornali hanno scritto che questo mese di agosto è stato per Marina di Ragusa (e zone limitrofe) un vero calvario (con rispetto per la religione cattolica). Oltre ai cumuli di spazzatura ovunque (ma a questo almeno i ragusani dovremmo essere abituati, e siamo certamente la gran parte di chi a Marina trascorre le vacanze) c’è stato un serio problema nella distribuzione dell’acqua per civili abitazioni (e non sappiamo se tali problemi dovessero aggravarsi o, come dice il vicesindaco Cosentini, esser presto risolti).
Intere famiglie con difficoltà a lavarsi, a cucinare, con case raggiunte dalle autobotti e non senza ritardi e incongruenze. Insomma, una emergenza creata noi sappiamo da cosa e risolta non in maniera ottimale. Che a causare la crisi idrica non sia stata la siccità ne siamo tutti pacificamente convinti. Del resto, non soltanto lo scorso inverno tutto è stato tranne che siccitoso, ma si pensi che a Santa Croce Camerina e competenti zone balneari (la nobile ma ormai popolarizzata Punta Secca, la raffinata ma anonima Caucana, la superpopolare e sempre più incasinata Casuzze) non è stato affatto registrato il disagio di Marina.
A far mancare l’acqua è, appare evidente, l’aver permesso di costruire a destra, a sinistra, sopra e sotto l’antica Marina. Non è sufficiente fare un giro “virtuale” su Google Maps per capire l’entità del costruito tutt’intorno alla frazione balneare iblea. Non è sufficiente perché le nuove costruzioni si aggiungono oseremmo dire quotidianamente (fatevi un giro in contrada Gaddimeli, poco sopra il campo sportivo e oltre quella enorme costruzione che noi sappiamo essere di proprietà della Diocesi e molto ambita, così si dice). Aumentare il numero delle case in maniera tanto veloce, esponenziale quasi, e poi lamentarsi perché manca l’acqua appare sciocco.
Che ad occuparsene sia Cosentini e non Dipasquale non deve sembrare strano. L’attuale sindaco è infatti sempre più impegnato nella prossima campagna elettorale per andare all’Assemblea Regionale Siciliana (almeno da deputato “onorevole” se non da Presidente) mentre il suo attuale vice è stato (non ancora ufficialmente) designato quale suo delfino (certo, l’idea che il corpulento Cosentini possa essere delfino dello smilzo Dipasquale è difficile da accettare dal punto di vista propriamente estetico). Ecco perché è bene che Cosentini si sia investito della pratica bollente dell’acqua che non c’è (il guaio è che non c’è nemmeno quella fredda, e le signorine di buona famiglia vanno girando con le Smart e le macchinette di plastica da una villa all’altra per potersi lavare). Per dirla tutta non è mancata l’acqua un paio di giorni fa quando, intorno alle 13 con una densità di mille per metro è arrivata una piccola valanga di acqua nera a sboccare proprio sotto i piedi dell’asta con la bandiera blu nella spiaggia di piazza Torre. Del resto, il buon Ciccio Barone (che dovesse candidarsi sindaco, come si dice in giro, darebbe molto filo da torcere al candidato ufficiale Cosentini, risultando anzi da sondaggi fatti con lo “spannometro” certamente favorito), non se ne frega un bel fico secco dell’acqua, chè tanto lui preferisce “bere sicuro” tra la piazza e i locali trendy.