I FONDAMENTI ANTROPOLOGICI DELLA VOCAZIONE MEDICA IN JUAN ROF CARBALLO

Dopo la originale e ricca ricerca storica-biografica sulla personalità e il pensiero di avanguardia del medico e filosofo galiziano Juan Rof Carballo(scienziato e filosofo, Orthotes Editrice,Napoli-Salerno 2015 pp.260), Nunzio Bombaci ha consegnato alla cultura militante, e non solo all’accademia, un’opera di grande pregio e valore deontologico ed euristico, filosofico ed epistemologico,sulla radice antropologica della medicina umanistica spagnola del secolo scorso (Juan Rof Carballo,La tenerezza, “ordito”primario dell’uomo, in  Morcelliana,Brescia 2015 pp.276 -Collana “quaderni per l’università” tra medicina e antropologia filosofica).

In questa nuova ricerca egli approfondisce e sviluppa il nucleo  teoretico ed esistenziale di carattere antropologico e fenomenologico della “urdimbre” come base strutturale,radicale e professionale della coscienza etica del medico umanista che coniuga ispirazione religiosa e metafisica di fondo con la nuova prassi terapeutica e scientifica della medicina emancipativa di tipo psicosomatico e a finalità rieducative. Per queste ragioni egli continua a tessere il quadro epistemologico di base e ad illuminare sul piano storico-filosofico il contesto spirituale,morale e culturale del tempo allo scopo di concretizzare la fecondità antropologico-culturale della nuova prospettiva per la costruzione multidisciplinare di un sapere medico, veramente scientifico e propriamente  umanistico, condivisibile sia per i valori che per i fondamenti come per le finalità morali e biologiche di difesa e tutela moderna della salute integrale  dell’Uomo del XXI°sec. Il problema assurge così nella riflessione strutturale e nodale di BOMBACI,filosofo e storico ad un livello alto di indagine dialettica e sinergica tra qualità scientifica e tecnica della medicina come sapere di cura e nello stesso tempo come riserva etica di umanità e  di finalità umana per la nuova civiltà relazionale del postumano che avanza con l’uomo protesico e robotizzato. In questa alleanza sacra e cooperativa l’Autore intravede un segno dei tempi nuovi della cultura  della vita e della nuova via comunitaria alla edificazione della Buona Salute delle Nazioni e dei popoli del Mondo Globale. Sembra questa di Juan Rof Carballo – a dire di Nunzio Bombaci – la via spagnola “moderna” alla salute organica e funzionale degli uomini del nostro mondo,caratterizzato dalla globalizzazione delle patologie sociali in aumento e  in Occidente dalla finanziarizzazione della medicina ufficiale e dominante che ha monopolizzato il sapere e la terapia dei presidi di prevenzione,cura e riabilitazione come baluardo di ecologia umana rispetto alla crescente  diffusione patologica dei mali sociali,come mali strutturali delle società postcapitalistiche.. In questa nuova visione filosofica ed utopica della salute- bene coinvolgente e missionario,  non c’è più spazio per le assolutizzazioni di segmenti sociologici o settori di diagnosi e cura prescindendo dall’onesto discernimento veritativo e dalla MISURA  UMANA della nuova coscienza sociale .La costruzione di una base comune della nuova Umanità Globale passa per la”purezza e verità dei saperi e delle terapie veramente umane e scientifiche senza ulteriori squilibri ed accanimenti né travisamenti,senza usi capitalistici e neocapitalistici delle farmacopee e induzioni sottili,strumentali e ciniche al consumismo dell’effetto “placebo” .Questa rivoluzione culturale della “medicina umanistica dialogica”,personalista e comunitaria”, apre una frontiera di vigilanza civile, non solo deontologico-sistemica ma anche politica-di bene comune e di controllo delle politiche e dei Presidi sociosanitari sia nella funzione burocratica quanto nell’ordine teleologico permanente. La nuova domanda di vera salute richiederà una adeguata risposta di contenuto antiepidemologico strutturale sia nelle metropoli che nelle periferie e nel Sud del Mondo(il SUD dei Sud).I livelli di assistenza sanitaria fondamentali si determineranno quindi come prerequisito di cittadinanza democratica, comunitaria e personale, e non tanto a capacità di pagamento individuale. L’impianto personalista – relazionale e il carattere etico- spirituale della moderna  Medicina Umanistica Globale  garantirà il fine di bene comune del nuovo cammino e indirizzerà la  verità della comune buona salute a livello  della coscienza popolare sulla via della prossimità fraterna. E’l’ideale, sempre dichiarato a parole – ed implicito nel famoso giuramento di Ippocrate – della Medicina e del Medico al servizio della salute umana da sempre esercitata a parole come sacra e umana ma non sempre accessibile nella qualità efficace a tutti i cittadini poveri. La nuova Utopia è molto di più del Sogno biotecnologico della cura efficace e risolutiva(Lucien Sfez)è promozione universale della salute relazionale e diffusiva perché l’umanità dell’uomo non è solo scienza e tecnica arida ma  è armonia ed eccellenza di competenza disinteressata e  di tenerezza morale e spirituale nella logica del primato del tu e del noi di prossimità. Questo lavoro di impegno coinvolgente   e strutturale apre la porta a ricerche ulteriori di livello qualitativo e sistemico più alti e superiori per sconfiggere la paura,l’angoscia e la sperequazione della pratica medica. Nunzio Bombaci attraverso questo suo impegno è pervenuto ad un concreto e fecondo approccio metodologico per cui il suo contributo si può considerare un saggio storico e critico di Epistemologia antropologica e relazionale. La questione centrale e finalistica non è semplicemente invocata e predicata ma scandagliata e precisata nella dimensione attuale di merito e scopo come nuova struttura del sapere sulla vita umana della medicina e del medico moderno secondo il  teorema rolfiano della udimbre e dell’ordito come dialogo permanente e strutturale tra fede nell’umanesimo perenne e sapere metafisico come aletheia,come disvelamento continuo e incarnato del Vangelo delle Beatitudini di Gesù Cristo,medico misericordioso e compassionevole,divino samaritano delle nostre anime e dei nostri corpi,”l’Uomo dei dolori”  che ben conosce il soffrire.

Luciano Nicastro – filosofo e sociologo