I GIORNALISTI NON FANNO L’ADDETTO STAMPA

Gentile consigliere Migliore, mi trovo costretta ad intervenire dopo aver letto la sua nota in cui dichiara pubblicamente, in merito all’articolo da me redatto sulla seduta del Consiglio comunale del 28 gennaio sull’istituzione del registro delle unioni civili, la mia presunta malafede e le presunte falsità che io avrei scritto.

Le voglio intanto ricordare che io non faccio politica;  il mio lavoro è quello di informare e come lei potrà ben appurare dai miei articoli non cé nessuna faziosità : semplicemente non attacco né difendo nessuno a priori.

Non è il primo attacco che subisco da parte di un esponente politico locale, tempo fà ero stata accusata di fare un’informazione anti movimento 5 stelle, oggi vengo invece accusata di fare un’informazione “anti opposizione”.

Tutto questo denota la mia totale imparzialità e questo, per chi “dovrebbe” fare questo mestiere, è fondamentale.

Entrando nello specifico della sua replica Lei non risponde ,da buon politico, alle questioni poste nel mio articolo.

Io ho scritto che Lei, pur essendo stata promotrice nel 2006 di una mozione per l’istituzione del registro delle unioni civili, ieri si è battuta per sei lunghe ore, assieme a tutta l’opposizione, affinché il punto venisse rinviato e non approvato in seduta stante.

Questa è una falsità? Non credo proprio

Altro punto: la raccolta firme a favore dell’istituzione del registro è stata depositata al Comune di Ragusa nel luglio 2013, quindi così come ho scritto, si tratta di “mesi fa’”, dovè l’inesattezza?

Poi, sulla questione delle oltre 500 firme presentate ieri in aula dall’opposizione: posso informare i cittadini sul fatto che queste firme non sono state certificate, a differenza delle firme raccolte a sostegno del registro? Anche questa è un’inesattezza?

Questo non vuol dire mettere in dubbio che una parte consistente della cittadinanza possa essere in disaccordo, ma sicuramente l’opposizione aveva tutto il tempo e tutti gli strumenti per aprire prima un dialogo in città .

Infine, cara consigliere Migliore, non accetto lezioni di giornalismo da Lei così come io non mi permetterei mai di darle lezioni di politica.

Sono cosciente che in una realtà dove non si riportano fatti e dove i giornalisti vengono considerati “addetti stampa” possa dare fastidio leggere articoli che non vanno nella direzione che l’interessato spererebbe.

Con questa mia doverosa nota, la saluto cordialmente, sicura che non mancheranno altre occasioni di confronto