Atto di grande responsabilità quello del primo ministro del Giappone Yoshihiko Noda. Ha deciso un taglio del suo stipendio di circa il 30% e ministri e viceministri hanno rinunciato al 20% della loro retribuzione. L’obiettivo di Noda è quello di dare un esempio concreto.
Entro il 2014 il Giappone risparmierà quasi 300 miliardi di yen. Inoltre, il premier Noda si è appellato anche ai partiti di opposizione in nome di una responsabilità collettiva per far sì che i tempi del recupero siano più celeri.
Per ridurre la pressione fiscale sulle famiglie e le imprese italiane bisognerebbe proprio agire sui costi della politica. L’ultima a chiedere alla “Casta” un taglio delle sue spese è stata Confcommercio, che ha stimato in 9 miliardi l’anno e 350 euro a famiglia il costo della politica.
Con la riduzione di poco più di un terzo del numero dei parlamentari si avrebbe, per Confcommercio, un risparmio di spesa di oltre 3,3 miliardi all’anno. Si realizzerà questo che è divenuto ormai il sogno di tanti? Ai posteri l’ardua sentenza….