I riti della Settimana Santa negli Iblei

Sono iniziati con la domenica delle Palme i riti e le tradizioni della Pasqua negli Iblei dove, da secoli, si celebrano importanti avvenimenti legati non solo al giorno di Pasqua (le celebrazioni più importanti si tengono senza dubbio a Modica, Comiso, Ispica e Scicli), ma anche all’intera settimana che racconta la Passione di Cristo. Da Vittoria ad Acate, passando per i Comuni montani di Monterosso, Giarratana e Chiaramonte, fino alle città di Scicli e Ispica, la Pasqua resta uno dei momenti più importanti della cristianità, carico di significato e di fede.

I riti a Vittoria

(Di Francesca Cabibbo)

Momento clou sono la processione del venerdì santo e la rappresentazione del Dramma Sacro. La processione, a partire dal 1657 (appena 50 anni dopo la fondazione della città) è stata affidata alla Congregazione del Santissimo Crocifisso, che era stata fondata nel 1644 dal reverendo padre Luigi La Nuza. A mezzogiorno la processione, organizzata e accompagnata dai confrati, esce dalla Chiesa Madre di San Giovanni battista con l’urna con il Cristo morto Velato e il simulacro della Madonna Addolorata. Lungo il percorso di via dei Mille si raggiunge la pizza Sei martiri (meglio nota come piazza Calvario) dove si trova un tempietto. Attorno ad esso è già stata organizzata la scenografia su cui si svolgerà una rappresentazione serale. Il Cristo viene prelevato dall’urba e issato in croce, il simulacro della Vergine viene sistemato al suo fianco. Per tutta la giornata i due simulacri vengono lasciati alla venerazione dei fedeli. La sera, alle 20, si dà vita alla rappresentazione del Dramma Sacro, su testo scritto dal barone Alfonso Ricca. Intorno alla metà del XIX secolo, ma viene posto in scena solo dopo la sua morte. composto da 450 versi endecasillabi sciolti, di stile ottocentesco. Il testo è molto noto ai vittoriesi ed è ricco di personaggi ben tipicizzati, come il bieco Misandro.

Quest’anno la regia è affidata ad Andrea Traina. Dopo la rappresentazione, il Cristo Morto viene deposto dalla croce, riposto nuovamente nell’urna e si dà vita alla processione serale che riporta i simulacri in basilica.

Il Dramma sacro viene proposto anche ad Acate. Qui è noto come “I setti parti”, anche qui in piazza Calvario. Ad Acate, al mattino si svolgono due processioni dei simulacri della Madonna Addolorata e del Cristo carico della Croce per le vie cittadine. Quest’anno sarà presente il vescovo Giuseppe La Placa. La processione si ripete la sera dopo la rappresentazione de “I setti parti”. I riti esterni della Settimana santa ad Acate hanno un prologo il mercoledì santo, con la processione del Cristo alla Colonna.

Anche Scoglitti vive la rappresentazione scenica della Passione e morte di Gesù. Quest’anno lo scenario sarà in piazza Sorelle Arduino, a causa dei lavori di rifacimento in corso in piazza Cavour, davanti alla Chiesa. Il prologo è in piazza Risorgimento, alla periferia dell’abitato. La rappresentazione si sviluppa in quattro atti, con scenari e location diverse: la cattura, il processo, ka Via Crucis e il Dramma Sacro. “I parti”

La rappresentazione scenica della Pasqua si ha a Comiso con la processione del giorno di Pasqua.

La processione con i simulacri di Gesù Risorto e della Madonna Annunziata (peculiarità della cittadina) escono dalla basilica intorno alle 11. Ai piedi dei due simulacri siedono i due “angeli”, due bambini vestiti con ricchi abiti da “angelo” con merletti e pizzi.

 Ai piedi di Gesù Risorto ci sarà quest’anno Biagio Arena, 9 anni, che frequenta la quarta primaria del plesso Monserrato. Ai piedi della Madonna Annunziata siederà Enrico Distefano, 9 anni, che frequenta la quarta elementare del plesso elementare De Amicis. I colori bianco e rosso nel vestito di Biagio, mentre il bimbo che siede ai piedi del simulacro della Vergine veste di bianco e azzurro. Rito folkloristico caratteristico della Pasqua è la “Paci”, che simboleggia l’incontro tra Gesù e la Madre dopo la resurrezione. I due simulacri vengono posti uno di fronte all’altro. L’angelo situato ai piedi del simulacro di Maria si alza in piedi e intona il Regina Coeli, gli risponde con lo stesso canto il bimbo che siede ai piedi di Gesù Risorto. Poi i due simulacri vengono lanciati uno contro l’altro per tre volte e infine issati al cielo sulle braccia mentre la banda intona una caratteristica marcetta musicale. Il rito della “Paci” sui ripete per quattordici volte durante la giornata. Tre volte al mattino e nove volte nel pomeriggio e la sera. La processione è lunghissima e si conclude talvolta dopo la mezzanotte.

I riti a Modica

(Di Pinella Drago)

Anche quest’anno fervono i preparativi per una delle feste che più caratterizza la città di Modica: la Madonna Vasa Vasa, la festa di Pasqua per eccellenza per i Modicani. Un rito collettivo che ogni anno lega insieme migliaia di fedeli, di visitatori e di turisti.

Questi gli appuntamenti pubblicati dalla Parrocchia S. Maria di Betlem a Modica che porteranno alla Pasqua 2025.

Nel pomeriggio do domenica , alle ore 19.00,si è celebrata la Santa Messa  presieduta da S.E. Rev.ma Mons. Salvatore Rumeo Vescovo di Noto, il commovente rito della Deposizione del Cristo dalla Croce con la processione interna del simulacro del Cristo morto tra le navate della chiesa Collegiata fino alla Cappella Palatina.

Giovedì 17 Aprile, Giovedì Santo, ore 19.00 Messa in Coena Domini, Venerdì Santo 18 Aprile ore 18.30 Azione liturgica e Adorazione della Croce, seguirà la processione del Venerdì Santo lungo Corso Umberto I. Sabato Santo 19 aprile alle ore 19.00 Veglia Pasquale cui seguirà il Rito della Resurrezione con l’ingresso del simulacro del Cristo Risorto verso l’altare. Domenica 20 Aprile 2025, Domenica di Pasqua, alle ore 8.45 uscita della Madonna vestita a lutto tra i quartieri Catena e S. Margherita. Alle ore 10.00 Solenne Celebrazione Eucaristica presieduta dal Rev.mo Parroco Can. Antonio Maria Forgione. Uscita dei simulacri del Cristo Risorto e della Madonna Vasa Vasa. Alle ore 12.00 come da tradizione il suggestivo incontro del Cristo Risorto e della Madonna Vasa Vasa.

Alle ore 19.00 Solenne Celebrazione Eucaristica presieduta dal Rev.mo Mons. Ignazio Petriglieri, Vicario Generale della Diocesi di Noto cui seguirà la ormai consolidata processione serale che porterà i due simulacri presso la Basilica Santuario Madonna delle Grazie.

Si segnala:

La Settimana Santa a Ispica nell’anno del Giubileo.

Con questo doppio spirito di fede e di affezione ai riti arcaici, gli ispicesi si accingono a vivere la Pasqua nel segno delle tradizioni devozionali risalenti alla metà del 1700. Tradizioni devozionali che quest’anno hanno una marcia in più legata alla ricorrenza del Giubileo che, dal 1450 si celebra ogni 25 anni (dopo che prima ricorreva ad intervalli di 33 come la durata della vita terrena di Gesù) per permettere ad ogni generazione di vivere almeno un Anno Santo. Ecco la Settimana Santa in occasione del Giubileo ed in particolare le devozioni del giovedì e del venerdì Santo. Ogni 25 anni, le due processioni in queste due giornate, a seguito delle rispettive statue del Cristo flagellato alla colonna e del Cristo alla croce, i cui fercoli, pesantissimi, vengono trasportati dai componenti delle relative confraternite, quella dei cavari legati alla chiesa di Santa Maria Maggiore e quella dei nunziatari referenti a quella di Santa Maria Annunziata – si spingono fino a dentro la Cava d’Ispica, l’area rupestre nella quale era allocato l’abitato fino al devastante sisma che nel 1693 devastò il Val di Noto. Le destinazioni delle due processioni, all’interno della vallata fluviale tutelata come parco archeologico, sono le chiese rupestri di Santa Maria della Cava e di San Nicola. Devozione che viene vista come un ritorno alle origini visto che la città di Ispica dopo il terrificante terremoto venne ricostruita dove attualmente si trova. Le due giornate clou, il giovedì ed il venerdì Santo. Il giovedì Santo, in piena notte, una lunga Via Crucis vivente parte dalla chiesa rupestre di Santa Maria della Cava per arrivare alla basilica di Santa Maria Maggiore. Nel sagrato della chiesa la scena della Crocifissione e la deposizione del Cristo. L’apertura della chiesa alle 4 in punto, a notte fonda, con il parroco batte per tre volte sulla porta della basilica. La porta si apre ed entrano correndo i devoti che si portano all’altare del Cristo alla Colonna (‘u Patri a Culonna). Si continua per tutto il giorno successivo ed alle 11 del mattino il parroco sale sull’altare del Cristo flagellato alla Colonna, bussa per tre volte e fa scivolare giù le porte che lo nascondono. L’urlo dei fedeli è un misto di lacrime mentre si tiene la scinnuta con la statua che si trova in mezzo ai devoti che la portano in processione. Il venerdì santo è il giorno dei Nunziatari e del Cristo alla Croce che dopo le 11 e dopo i tre colpi del sacerdote si ripete la caduta delle porte. Poi la processione. Nella domenica di Pasqua la festa del Resuscitato, il Cristo Risorto della Basilica della Santissima Annunziata che in processione incontrerà la Madonna nel rito dell’ “U ‘ncuontru”.

I riti a Scicli

Riti della Settimana Santa e pasquali da vivere a Scicli. Iscritti nel REI, il Registro delle Eredità Immateriali della Regione Sicilia, sono il massimo di quanto la tradizione religiosa offre nell’isola. In otto giorni una sequela di celebrazioni interne nelle chiese e di processioni esterne, di parrocchia in parrocchia. Si inizia con la Domenica delle Palme: al centro di questa giornata la venerazione dell’Addolorata custodita nel Santuario mariano di Santa Maria la Nova che ogni venerdì è meta di un muto pellegrinaggio. Nel pomeriggio l’antico simulacro raffigurante la Pietà viene portato in processione con torce accese dalle dimensioni più disparate. Il Martedì Santo è il giorno del SS. Crocifisso custodito nella chiesa di San Bartolomeo. Fino a qualche anno fa la processione si svolgeva fino a notte inoltrata nel silenzio delle tenebre ed in un clima di grande mestizia. Già da mercoledì si cominciano ad allestire i sepolcri che saranno i “protagonisti” delle celebrazioni del Giovedì Santo; i “Sapurcara” vanno visitati in numero dispari fino a notte fonda nelle diverse chiese della città. Il Venerdì Santo è il giorno del silenzio, della muta preghiera, il giorno della “Scisa a Cruci” e dell’ Addolorata di San Giovanni: il primo momento viene vissuto nel Santuario Maria SS. della Pietà ed il secondo, quando si venera l’Addolorata di San Giovanni, nella chiesa di San Giovanni. Il complesso statuario è composto dalla Madonna Addolorata in posizione eretta e con un pugnale nel petto e dall’urna in cui giace il Cristo morto. Entrambi vengono portati in processione a conclusione della celebrazione della “Scisa a Cruci” a Santa Maria La Nova. Mentre la comunità cristiana vive le solennità della Settimana Santa con rispetto e puntualità, il popolo dei giovani sabato pomeriggio comincia a carburare la forza fisica di ciascuno. Nella serata, la salita che porta al Santuario Maria SS. della Pietà, la chiesa di Santa Maria La Nova, dove è custodito il simulacro del Cristo Risorto, diventa un tappeto di persone. Tutte a seguire la funzione della Resurrezione celebrata fuori dal tempio, davanti al sagrato. E’ in questa occasione che esplode l’entusiasmo di tanti giovani per il Cristo Risorto “U Gioia” o “L’Uomo Vivo” cosi come viene inneggiato Gesù Risorto. La gioia della notte riesplode nella mattinata della domenica di Pasqua per continuare a mezzogiorno allorquando dal grande portone della chiesa di Santa Maria la Nova si presenta la statua del Cristo Risorto portata a spalla da tanti giovani mossi da devozione e voglia di sentirsi, per una volta, piccoli sotto quell’Uomo Vivo che svetta verso il cielo nella sua semplicità, nella sua solennità. E’ l’apoteosi della gioia che nessuno, bambini, giovani ed adulti, riesce a comprimere nel suo intimo.

I riti a Ragusa

(Di Michelangelo Barbagallo)

A Ragusa, la Settimana Santa è un momento che unisce fede, tradizione e partecipazione collettiva. I riti si svolgono in entrambi i cuori della città – la barocca Ibla e la parte alta di Ragusa Superiore – e trovano il loro punto più intenso e coinvolgente nel Venerdì Santo.

A Ibla, il giorno della Passione del Signore è scandito dalla suggestiva processione serale che parte alle 20 dal Duomo di San Giorgio. Le statue del Cristo Morto e della Vergine Addolorata attraversano le vie antiche del quartiere barocco, in un corteo silenzioso e commosso. Fedeli con ceri accesi, il suono cupo della banda musicale e una lunga sosta davanti alla chiesa dell’Immacolata rafforzano il senso di raccoglimento e di comunità. Si tratta di un rito che affonda le sue radici nel Seicento, in epoca spagnola, e che continua a emozionare intere generazioni.

Anche Ragusa Superiore vive con partecipazione i riti della Settimana Santa. La Cattedrale di San Giovanni Battista e le principali parrocchie celebrano le liturgie pasquali con grande intensità. Il Venerdì Santo, alle ore 19,  è segnato dalla liturgia della Passione e da momenti di preghiera e meditazione collettiva, con processioni strutturate con le varie statue che rappresentano le varie stazioni della via Crucis e che provengono dalle chiese locali. Convergono tutte in piazza San Giovanni. Il silenzio, le campane mute e le luci spente contribuiscono a creare un’atmosfera di rispetto e raccoglimento.

La Domenica di Pasqua, infine, è dedicata alla gioia della Resurrezione, celebrata con messe solenni e campane a festa in entrambe le parti della città. A differenza di quanto accade in altre località iblee, come Modica o Scicli, a Ragusa non si tengono processioni tradizionali in questa giornata. Il rinnovamento spirituale si esprime attraverso la partecipazione alle celebrazioni eucaristiche, in una dimensione più intima ma non meno sentita.

I riti nei Comuni Montani

(Di Irene Savasta)

Le tradizioni della Settimana Santa nei borghi iblei: fede, riti e comunità La Settimana Santa nei comuni montani dell’Ibleo è un intreccio di fede, tradizione e profonda partecipazione popolare. Dai riti solenni di Chiaramonte Gulfi alle suggestive processioni di Monterosso Almo, fino alla simbologia intensa di Giarratana, ogni comunità celebra la Passione, Morte e Resurrezione di Cristo con rituali secolari che si rinnovano anno dopo anno.

Chiaramonte Gulfi: le confraternite al centro del cammino verso la Pasqua

A Chiaramonte, la Settimana Santa è uno dei momenti più sentiti dell’anno, animata dalla partecipazione attiva delle cinque confraternite, in particolare quella dedicata a San Giovanni Battista. Il cammino comincia la Domenica delle Palme, con la solenne adorazione eucaristica in Chiesa Madre, dove ogni confraternita si presenta con il proprio abito tradizionale. Il martedì, è il turno della confraternita di San Giovanni, che compie una processione penitenziale molto partecipata. Il Mercoledì Santo è segnato dalla Processione del Cristo alla Colonna, mentre il Giovedì Santo è dedicato alla celebrazione della Messa “In Coena Domini” e alla Reposizione del Santissimo Sacramento nel cosiddetto “Sepolcro”, l’altare solenne addobbato con fiori e simboli liturgici. Le confraternite, in abito solenne e con i preziosi stendardi ricamati in oro, animano le celebrazioni e la successiva veglia notturna. Nelle vie del quartiere di San Giovanni, il suono della tipica “scattiola” accompagna le ore di preghiera. Il culmine è il Venerdì Santo, con la Processione del Cristo Morto e dell’Addolorata, alla quale partecipano tutte le confraternite in un’atmosfera carica di emozione.

Monterosso Almo: la “jureca” e la Scinnuta a Crucì

Anche a Monterosso Almo, la Pasqua è vissuta con grande intensità. La Domenica delle Palme si apre con una suggestiva processione che rievoca l’ingresso di Gesù a Gerusalemme, con un bambino in abiti sacri che cavalca un asinello. Nel pomeriggio, da circa dieci anni, si è affermata la Via Crucis vivente, molto partecipata.

Il Mercoledì Santo segna l’uscita del Cristo alla Colonna, mentre il Giovedì Santo, dopo la Messa, i fedeli si raccolgono in preghiera dinanzi ai “sepolcri”, ovvero gli altari adornati per la Reposizione, visitabili fino a mezzanotte. Il Venerdì Santo è il giorno più significativo. Alle ore 15, il suono della jureca dà inizio alla celebrazione non eucaristica della Passione del Signore, durante la quale viene svelato il Crocifisso. La statua viene poi portata a spalla per le vie del paese e, nella sera, accompagnata dai “lamenti” del coro maschile, si tiene la toccante “Scinnuta a cruci”, la deposizione nel “cataletto”, a precedere la seconda processione notturna. Alla fine, si svolge la “Raputa a Beddamatri”, l’incontro tra il Cristo morto e l’Addolorata, che si svela togliendosi il manto nero del lutto. Il Sabato Santo è un giorno di silenzio assoluto, e anche le campane tacciono. La Domenica di Pasqua si apre con la celebrazione del Cristo Risorto, a cui talvolta segue la tradizionale ‘ncrinata – l’inchino simbolico della Madonna all’incontro con il Figlio risorto.

Giarratana: la velata e la “calata a tila”

A Giarratana, borgo di fede profonda, la Pasqua è preceduta da una preparazione lunga e simbolica. Durante i 40 giorni di Quaresima, le chiese celano con grandi teli decorati (le “velate”) gli altari dove si custodisce il simulacro del Cristo Risorto, in attesa della svelata. I riti si aprono con la Domenica delle Palme, con la benedizione solenne dei rami d’ulivo. Il Giovedì Santo viene allestito il tradizionale Altare della Reposizione, seguito da momenti di preghiera comunitaria. La Domenica di Pasqua, l’emozione raggiunge l’apice con la “Calata a tila”, ovvero la svelata del Cristo Risorto, un momento che coinvolge l’intera comunità in un’esplosione di gioia e speranza.

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