I tre anni dell’ingresso in Diocesi di monsignor Carmelo Cuttitta sono stati ricordati in cattedrale con una solenne concelebrazione presieduta dallo stesso vescovo. È stato un momento nel quale la Chiesa di Ragusa si è stretta attorno al suo pastore, manifestando gratitudine e volgendo lo sguardo al futuro senza dimenticare le difficoltà e le contraddizioni del tempo presente.
Sacerdoti, ministri, religiosi, religiose, laici hanno raccolto l’invito del vescovo a celebrare questo anniversario sul quale il vescovo, nel corso dell’omelia, si è più volte soffermato, ricordando come «tre anni siano ancora pochi» e come speri di poter trascorrere a Ragusa «ancora molti anni». E più avanti come viva «sentimenti di benedizione, lode, gioia, esultanza, gratitudine, fiducia» per questi tre anni trascorsi con i presbiteri e l’intero popolo di Dio di Ragusa.
La speranza e la gioia stato due dei fili conduttori dell’omelia anche perché «oggi – ha evidenziato – viviamo l’epoca delle passioni tristi, dominata da un individualismo esasperato, dal mito delle prestazioni illimitate, dalla competizione sfrenata che produce disagio e sofferenza, oltre a una sensazione generalizzata di impotenza».
Guardando al futuro della Chiesa di Ragusa ha ricordato il tema e gli impegni dell’anno pastorale per essere Chiesa tra la gente con la gioia del Vangelo e come nel 2019 inizierà la visita pastorale che porterà monsignor Cuttitta in tutte le parrocchie per favorire una «conoscenza più diretta» e per rinsaldare il legame tra la comunità ecclesiale e il suo vescovo.
Non è mancato un riferimento a quanto accaduto l’altro giorno al reparto di Neonatologia per il quale monsignor Cuttitta, come vescovo di Ragusa, ha sentito di chiedere scusa alla giovane mamma eritrea perché ad agire «sono stati ragusani, sicuramente battezzati, che si professano cristiani» e condannato «il clima di crescente insofferenza», alimentato da una politica «che mira a dividere e creare allarmi e genera paura e su questa paura e su un linguaggio e su atteggiamenti spregiudicati – ha denunciato monsignor Cuttitta – fonda la sua capacità di accrescere i consensi. L’episodio di ieri è un figlio di questo clima che vuol negare valori come l’accoglienza e la solidarietà e vuol privare a una consistente parte di umanità anche il diritto al futuro e alla speranza».
La celebrazione, animata dalla corale Iubilate Gentes di Vittoria, diretto dalla maestra Gianna Rizza, si era aperta con il saluto del vicario generale, don Roberto Asta, che, ringraziando il vescovo per il suo ministero, ha definito «un dono per la nostra comunità diocesana» questi tre anni di episcopato di monsignor Carmelo Cuttitta.