IL BULLISMO, FRA DEFINIZIONI, REALTA’ E AIUTI.

Con bullismo si indica generalmente nella letteratura psicologica internazionale “il fenomeno delle prepotenze perpetrate da bambini e ragazzi nei confronti dei loro coetanei soprattutto in ambito scolastico”. In particolare con il termine bullismo si intende riunire aggressori e vittime in un’unica categoria.

Analizziamo le 5 dimensioni che caratterizzano il bullismo:

1) Pianificazione: il bullismo è un comportamento aggressivo pianificato. Il bullo sceglie attentamente la vittima tra i bambini più timidi ed isolati, aspettando che l’attenzione dell’adulto sia bassa.

2) Potere: più che sul piano fisico, il bullo ha più potere sociale rispetto alla vittima.

3) Rigidità: i ruoli di bullo e vittima sono ben definiti e duraturi nel tempo.

4) Gruppo: spesso gli atti di bullismo vengono compiuti in gruppo.

5) Paura: la vittima preferisce subire in silenzio.

Il bullismo risponde inoltre a tre condizioni: si verificano comportamenti di prevaricazione diretta o indiretta; queste azioni sono reiterate nel tempo; sono coinvolti sempre gli stessi soggetti, di cui uno/alcuni sempre in posizione dominante (bulli) ed uno/alcuni più deboli e incapaci di difendersi (vittime).

Il bullismo, come per ogni violenza, ha diverse forme…

Fisico (calci, pugni, danneggiare le cose altrui), verbale (deridere, umiliare, diffondere voci false e offensive), relazionale ( escludere dalle attività di gruppo, isolare, evitare).

Vi sono anche diversi tipi di bullo e di vittime, fra i bulli ricordiamo:

 Il bullo incendiario, ragazzi che vivono forti stati emotivi di rabbia, paura, tristezza ed hanno una cosiddetta “bassa tolleranza della frustrazione”.

Il bullo pianificatore, tipologia di bulli che non agisce in preda alla rabbia, piuttosto progetta a freddo i comportamenti da mettere in atto, dimostrando buone abilità cognitive. E’ come se, in questi ragazzi mancasse la capacità di provare emozioni importanti.

Fra i differenti tipi di vittima:

Vittima attiva, quella con emotività esplosiva e scarsamente controllata, eccessiva reattività agli stimoli ambientali.

Vittima passiva, quella con eccessiva timidezza, senza amici.

Cosa si può fare per aiutare? Sicuramente fare attenzione agli SOS o ai campanelli d’allarme. Ci sono degli indizi generici che possono segnalare il fatto che un ragazzo possa essere vittima di bullismo, segnali generici di sofferenza emotiva, come il mostrare segni di ansia, il regredire a fenomeni tipici delle età precedenti, presentare un umore depresso, alterazioni dell’appetito, non voler partecipare ad alcuna situazione sociale, non concentrarsi sui compiti.

Esistono altri segnali che si collegano più strettamente a situazioni di bullismo, quando ad esempio il bambino compie strani percorsi per andare da casa a scuola e viceversa o torna a casa continuamente con ferite o lamentando dolori fisici; o ancora chiede in continuazione soldi perché dice di perderli o presenta degli improvvisi ed ingiustificati scoppi di rabbia.

Contemporaneamente a scuola viene continuamente preso in giro dai compagni, rimane solo, non interagisce nelle discussioni di classe e rimane vicino all’insegnante durante la ricreazione.

Più allarmi ci sono più è opportuno confrontarsi con gli insegnanti.

 

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