Il caso Zagami: “Io? Mai rappresentato Ragusa Prossima”

Riceviamo e pubblichiamo la lettera del consigliere comunale Sebastiano Zagami, che interviene dopo che è stato allontanato da Ragusa Prossima. Lui spiega che nei fatti, non ne ha mai fatto parte e parla di metodi poco democratici. Ecco la missiva.

Con riferimento alla nota per la stampa diffusa da Ragusa prossima, nella mattinata di oggi, preciso quanto segue. 

Non ho mai inteso rappresentare Ragusa Prossima perché non ho mai fatto parte di questo movimento, né io né gli amici con cui faccio politica. Io e diversi amici condividiamo, da tanti anni, un impegno politico, che affonda le radici in un movimento civico che si chiamava Ragusa Popolare, che ha visto partecipe anche mio padre Bruno, eletto consigliere comunale. Di seguito siamo entrati nel Cdu, e poi nell’UDC. Questa esperienza si è poi persa nel nulla per la disgregazione delle forze politiche di centro. 

Ci siamo incontrati con gli amici di Ragusa prossima alle riunioni organizzate da Cassì e dato atto che noi non avevamo i numeri per fare una lista in autonomia, né loro avevano tutti i candidati per superare il 5%, abbiamo deciso di comune accordo, di fare una lista insieme per partecipare alle comunali. Abbiamo accettato che fosse Giorgio Massari a rappresentare la lista e siamo stati contenti che fosse lui a sedere come assessore per tutta la lista. 

Dopo le elezioni siamo stati letteralmente messi di parte, e Massari non ha inteso condividere nulla con noi. Di seguito ci hanno invitato a prendere la tessera del movimento, chiedendoci di abbandonare ogni nostro legame politico con altri partiti. Abbiamo chiarito che questo non era possibile per diversi motivi. Innanzitutto perché la lista civica è un superamento dei partiti perché consente a diverse persone, di orientamento politico diverso, di partecipare insieme ad un programma di interesse civico, e dunque solo ed esclusivamente per la città. Ma di certo non può impedire di continuare un impegno politico a livello provinciale, regionale e nazionale, dove i tavoli di sintesi sono più ampi e permane la necessità di una organizzazione stabile delle persone e delle idee, che nella nostra costituzione si chiama “ partito”. 

Di seguito perché i metodi poco democratici, e le scelte fatte da parte di questo movimento, non ci davano garanzia di continuità del nostro progetto politico, ma avrebbero insabbiato le nostre idee per favorire la preponderante idea politica di questo movimento ovvero l’alleanza a sinistra: sinceramente per noi questa ipotesi non è percorribile. 

Ci siamo incontrati più volte ed abbiamo chiarito che se loro avessero accettato il principio che fuori dall’ambito cittadino che, nel caso che ci occupa, viene amministrato con un progetto civico e con un programma civico, potevamo anche fare la tessera del movimento per rispetto agli amici con cui avevamo condotto una bellissima esperienza. Diversamente avremmo continuato per la nostra strada, ovvero non avremmo aderito al movimento. 

E così è stato. Ieri si sono riuniti ed hanno deciso che non accettano la doppia tessera, dimostrando di essere, di fatto, non un movimento civico ma un partito a tutti gli effetti, alternativo ad altri partiti e dunque concorrente anche con noi. Non è un mistero che noi abbiamo iniziato un percorso con Azione e che guardiamo con molto interesse all’aggregazione che sta nascendo a centro con altri soggetti politici, soprattutto nel territorio della Regione siciliana. La questione poteva chiudersi in questo modo come ne avevamo anche discusso, anche perché il gruppo consiliare non è legato al movimento politico ma è legato alla lista che ha generato l’elezione di due consiglieri: allo stato non intendo lasciare il gruppo consiliare, seppure non condivido molto dei temi, dei metodi, del mio capogruppo. Ma si può lavorare benissimo anche da soli. 

Mi spiace che mettano tanta energia per nulla e non mettono lo stesso impegno nel portare avanti gli interessi della città. Però confido che se ne faranno una ragione molto presto”.

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