In questi giorni nella disperata ricerca di far quadrare i conti senza perdere la faccia di fronte agli elettori, molti politici si sono prodigati a prendere le distanze da ogni forma di condono che venisse avanzata, preoccupati che la brava gente, quelli cioè che pagano regolarmente le tasse, potessero sentirsi offesi. In effetti, sembra che la tanto dibattuta questione morale in Italia sia ripartita proprio dalla tutela del contribuente.
Si parte da una semplice valutazione. Se paghi quanto dovuto regolarmente sei un cittadino onesto, se non paghi o non paghi quanto dovuto nei tempi previsti dalla legge, sei un cittadino disonesto o meglio un evasore fiscale che reca un danno alla comunità e pertanto va perseguito in ogni modo possibile. Sembrerebbe una considerazione valida ma che omette di prendere in considerazione la c.d. via di mezzo, perché chi fa politica senza cadere nei luoghi comuni sa bene che non è tutto bianco o nero ma esistono sfumature che presentano tonalità diverse. In Italia su 4.338.766 imprese si contano 4.335.448 piccole e medie imprese che producono ricchezza in tutto il Paese.
Imprese che oggi sono quasi al collasso, con oggettivi problemi di liquidità e che non trovano i soldi nemmeno per pagare gli stipendi o versare i contributi ai propri dipendenti. Secondo il ragionamento dei nuovi moralisti della finanza costoro sarebbero degli evasori, ma proprio qui sta la differenza. Non si può mettere sulla stessa bilancia chi evade con dolo e chi evade per necessità. Stiamo parlando di aziende che non ci stanno chiedendo sconti o favori ma un modo per superare la crisi economica senza essere vessati dalle tasse. Vanno fatte due osservazioni.
Il sistema fiscale attuale è palesemente iniquo e gli italiani hanno pagato per anni l`inefficienza politica in campo economico; secondo, il sistema di contenzioso tributario vigente è oppressivo e troppo invasivo. Se oggi non mettiamo mano a questo sistema le imprese non reggeranno a lungo. I “furbi” della Marcegaglia, che secondo lei mandano in rovina il Paese ed a cui non devono essere fatti sconti, sono quelli che ogni giorno cercano di far quadrare i conti per non chiudere i battenti mettendo in strada non so quanta gente. Eppure solo pochi mesi fa il Presidente di Confindustria non solo aveva fatto pressioni per ottenere lo scudo fiscale ma lo definì come “un male necessario per far ritornare capitali in Italia”.
Dubito che si riferisse alle piccole imprese. Se le grandi aziende sono indifferenti ai richiami dei piccoli imprenditori la politica non può fare altrettanto. Il ddl sviluppo è un`opportunità per ridare respiro a questi lavoratori e non possiamo permetterci per questioni demagogiche di lasciare inalterata la situazione. Non manca giorno che ricevo appelli da persone che protestano contro gli interventi di Equitalia. Se ad una azienda in difficoltà con i pagamenti disponi la chiusura dei conti correnti, il fermo degli automezzi o il pignoramento di beni, la condanni a morte poiché è impensabile risanare la situazione togliendogli gli strumenti per lavorare. Per non parlare delle sanzioni che raddoppiano o triplicano l`importo dovuto e degli interessi enormi quando non si rispettano le date di pagamento anche per pochi giorni. Non essere in regola con i pagamenti o non aver rispettato le scadenze non significa spesso essere degli evasori. Se non ci piace il termine condono perché sembra impopolare allora chiamiamola sanatoria o “rottamazione” ma interveniamo subito prima che le nostre aziende vengano strangolate dai debiti. Basterebbe per dare un segnale applicare la c.d. “rottamazione delle cartelle esattoriali” iscritte al ruolo al 25%, o una sanatoria delle sanzioni richieste per i mancati versamenti o una maggiore flessibilità nella rateizzazione prevedendo anche dei periodi di blocco dei pagamenti senza decadenza del beneficio, ma anche inserire una sorta di patto preventivo o “debito d`onore”, cioè una sorta di autodichiarazione preventiva di mancate dichiarazioni che eviterebbero sanzioni e interessi. Non bisogna cedere alla tentazione di azioni populiste perché l`unica cosa immorale che può capitare è di lasciare senza aiuti le nostre imprese.