Esponenti più radicali del mondo musulmano scatenano la propria rabbia insorgendo contro un film anti islam prodotto negli Stati Uniti.
L’odio contro l’Occidente esordisce ed è accanito, spietato e si tramuta in ferocia, assalti, persecuzioni con un bilancio di feriti e morti innocenti, uso di armi da fuoco, lanciagranate e lanciamissili.
La scorsa settimana assalti violenti, incontrollabili al consolato americano di Bengasi in Libia e delle sedi diplomatiche dei Paesi dell’Ue. In Libano l’esercito ha assunto misure eccezionali schierando propri uomini davanti ai fast food americani a Beirut. L’allarmismo e il terrore predominano e si teme un eventuale attacco dopo le ambasciate e le scuole americano verso le grosse catene alimentari statunitensi trincerandosi con pattuglie di soldati dell’esercito e forze della sicurezza interne presso locali, ristoranti e fast food di McDonald’s, Burger King e Pizza Hut a Sidone e anche a Beirut.
Si dissemina il terrore e si teme moltissimo per il personale diplomatico e le comunità di italiani all’estero specialmente il periodo compreso tra il 16 e il 17 settembre in occasione del capodanno ebraico. Provvedimenti intrapresi anche a Firenze sede di un consolato americano e ospitante sedi di industrie e banche legate agli Stati Uniti, con servizi specifici di vigilanza a seguito della circolare inviata dal Dipartimento di Pubblica Sicurezza a tutti i prefetti e questori, dopo gli agguati avvenuti in diversi paesi del mondo arabo.
Fonti della sicurezza locale riferiscono che la scorsa settimana, prima dell’intervento della polizia si è riscontrato, il bilancio di 99 feriti (precisamente 12 funzionari e 87 soldati) al Cairo davanti l’ambasciata americana come forma di protesta contro il film di Maometto prodotto negli Stati Uniti e ritenuto blasfemo. Film anti-islam realizzato e girato dal 65enne Alan Roberts nome d’arte di Robet Brownell regista di film a budget ridotto e di porno come Karate Cop. Il film “The Innocence of Muslims è stato considerato anti-islam proprio dai talebani pachistani che lo hanno denunciato tale chiedendo al Pakistan una reazione attraverso le intercessioni del loro portavoce Ihsanullah Ihsan per difendere la religione islamica avvisando e mettendo in guardia i diplomatici americani dall’offendere Maometto, incitando, tra l’altro, i giovani pachistani ad assumere una posizione in difesa dell’islam.
Ostinati mirano a cacciar via l’ambasciatore americano dall’Egitto a costo di scendere in piazza e innescare una vera e violentissima insurrezione. Qui il terrorismo islamico è determinato e spietato.
Assurdo: in questo modo non esiste libertà religiosa, è un’umiliazione ad ogni forma di espressione di fede.
La vera fede non è istigazione alla violenza. Non può condurre alla cessazione volontaria e decisionale della vita altrui.
Se la fede determina un impegno comune sul sociale, sull’integrazione di popoli in nome di un Dio che esige con il suo messaggio universale di pace e di fratellanza, la coesione fra i popoli, la violenza è inaudita, inaccettabile.
L’interrogativo del Papa in occasione del suo viaggio in Libano è appropriato: “In Libano, la Cristianità e l’Islam abitano lo stesso spazio da secoli. Non è raro vedere nella stessa famiglia entrambe le religioni. Se in una stessa famiglia questo è possibile, perché non dovrebbe esserlo a livello dell’intera società?” e continua asserendo: “Occorre evidentemente bandire la violenza verbale o fisica. Essa è sempre un oltraggio alla dignità umana, sia dell’autore sia della vittima”.