A fare slittare ad altra data l’audizione alla Corte dei Conti, a Palermo, è stata la richiesta del sindaco Maria Monisteri, avanzata di concerto con i componenti di giunta. Una richiesta che troverebbe la sua motivazione nella necessità di perfezionare la relazione alla quale l’ente di palazzo San Domenico sta lavorando e che dovrà essere presentata ai giudici contabili. E’ attesa a gennaio la fissazione della data di riconvocazione della Corte dei Conti. Modica, in difficoltà finanziaria come lo sono tanti altri Comuni dell’isola per l’impossibilità a definire i fondi di accantonamento per i tributi non riscossi e quindi di chiudere i bilanci, spera in qualche aiuto. Aiuto che potrebbe arrivare da Roma, dopo la richiesta avanzata dall’Anci al governo nazionale, con un provvedimento finalizzato a sanare la deficitaria posizione finanziaria permettendo di spalmare le somme in più anni. Un vero salvagente cui potrebbero aggrapparsi quei Comuni siciliani, circa cinquanta, che si trovano ad essere in piano di riequilibrio e che vogliono “scampare” al dissesto finanziario. Come primo atto, al fine di abbattere i disavanzi di cassa, dalla Regione Sicilia è stato emesso il decreto che aiuterà gli enti locali a sanare alcune situazioni debitorie e che in provincia di Ragusa porterà quattro milioni e mezzo di euro nei Comuni di Modica, Scicli, Pozzallo e Monterosso Almo attualmente in piano di riequilibrio ed Ispica e Chiaramonte Gulfi in dissesto.
Situazione legata alle mancate riscossioni tributarie. Anche il Comune di Modica, che và avanti con un piano di riequilibrio approvato nel 2020, si trova a dover affrontare il disagio delle mancate riscossione dei tributi. Dopo il Covid per le casse dell’ente il disavanzo è diventato consistente sulla stessa falsariga di quanto è successo per tanti altri Comuni e sulla già accertata bassa percentuale di riscossione. Al momento non rimane altro che attendere: per conoscere la nuova data dell’audizione della giunta Monisteri da parte dei giudici della Corte dei Conti e per saperne di più sul destino di quel “salvagente” che dovrebbe arrivare dal governo nazionale indirizzato a quegli enti che, in piano di riequilibrio, potrebbero allontanare, con un aiuto finanziario, lo spauracchio dei dissesto.