Il giovane ucciso a Santa Croce si chiamava Mohamed Anwer Debich. La spartizione della plastica da smaltire forse all’origine della rissa. Indagini ad una svolta

di Michele Barbagallo – Giada Drocker – Francesca Cabibbo – Si chiamava Mohamed Anwer Debich, e aveva compiuto 21 anni lo scorso giugno, il tunisino ucciso a coltellate ieri sera a Santa Croce Camerina proprio mentre in paese si svolgeva la festa di Santa Rosalia, poi sospesa. Secondo alcune informazioni il ragazzo sarebbe giunto dalla Tunisia lo scorso luglio sperando di cambiare vita. Ma ieri sera la lite tra connazionali, un colpo di coltello partito e puntato dritto al suo cuore ha spento la sua vita.

Forse la “spartizione del territorio” all’origine della rissa che ha portato all’accoltellamento che ha provocato la morte del giovane tunisino a Santa Croce.  Da una testimonianza raccolta dalla giornalista Lucia Basso e trasmessa dal Tg3 Rai, la lite tra due gruppi di tunisini potrebbe essere stata innescata dalla raccolta delle plastiche dismesse dalle aziende, operazione opaca attraverso la quale alcune aziende si liberano illegittimamente delle plastiche delle serre alimentando un mercato fuori legge nel quale più volte è stato riscontrato l’interesse mafioso. Mentre a breve potrebbe scattare un fermo di indiziato di delitto per l’omicidio di un 21enne di origine tunisina accoltellato a morte – un fendente al cuore – il simdaco di Santa Croce Camerina, Giuseppe Di Martino rappresenta la costernazione della sua comunità per quanto accaduto. “Ieri doveva essere una serata di festa in onore di Santa Rosalia e, invece, la nostra comunità ha vissuto momenti dolorosi. Ciò che è successo, seppur sia un episodio mai accaduto prima a Santa Croce, ci colpisce e ci turba profondamente” scrive il primo cittadino. “Non appena avuto contezza dei fatti mi sono recato immediatamente sul posto, mettendomi a disposizione della magistratura e delle forze dell’ordine e fornendo tutto il nostro supporto, come Comune alla risoluzione delle indagini. Ringrazio enormemente l’Arma dei Carabinieri per il celere intervento e la magistratura. Il loro lavoro è essenziale per la tutela della nostra comunità e le interlocuzioni costanti con il Comandante Provinciale dei Carabinieri e con il Questore di Ragusa sono testimonianza dell’attenzione per il territorio”. Un episodio di violenza che non avrebbe precedenti.  “Tengo a sottolineare che Santa Croce è e resta una città tranquilla sotto il profilo dell’ordine pubblico. Una città serena e tale deve rimanere. Proprio per questo faremo in modo che un episodio di tale gravità resti isolato e non abbia a ripetersi. Per far ciò il nostro impegno sarà intensificato, come ad esempio i controlli effettuati nell’ultimo periodo dalla Polizia di Stato e dalla Polizia Locale con la squadra Tutela del Territorio, ma avremo bisogno sempre di più della vicinanza dello Stato. Gli sforzi del Comune sono e saranno accompagnati e sostenuti dalla collaborazione, che c’è sempre stata, di tutte le istituzioni. Una sparuta minoranza non integrata e che non rispetta le regole non può turbare la serenità della cittadinanza e invito la parte sana di Santa Croce e la comunità straniera integrata e rispettosa delle regole a isolare e denunciare chi vuole vivere al di fuori della legalità”.

L’episodio ha destato grande preoccupazione tra i residenti. Più d’uno protesta e lascia commenti al vetriolo sui social, chiedendo maggiori controlli per evitare il ripetersi di episodio simili. Era il giorno della vigilia della festa di Santa Rosalia. La processione di oggi, molto sobria, si svolgerà lo stesso, ma sono stati annullati i fuochi d’artificio di Ieri e lo spettacolo musicale organizzato dal comune.

Sui social si scatenano i commenti, da parte di chi invoca maggiore severità, da parte di chi non vuole che si rinunci ai programmi già avviati per la festa, ma anche di chi contesta la chiave di lettura del primo cittadino, affermando che la cittadina è piena di crocicchi di immigrati, spesso ubriachi e pericolosi” e invocano una maggiore presenza e un lavoro più capillare delle forze dell’ordine.

C’è anche il commento di una donna rumena. “Pure io sono una straniera  – scrive la donna – però si dovrebbe fare qualcosa per cambiare per non esistere più queste cose. Dovremo fare qualcosa noi questi onesti e questi tranquilli che mai hanno disturbato”. La donna propone una raccolta firme per chiedere che chi delinque venga cacciato. foto tratta da Tgr Rai

© Riproduzione riservata

Invia le tue segnalazioni a info@ragusaoggi.it