“IL GRAN RIFIUTO” DI GRILLO

Due notizie riguardanti il M5S ci inducono a delle riflessioni. Il primo riguarda un deputato che lascia l’assemblea Regionale Siciliana, Sergio Troisi, il secondo riguarda il caso Currò, che vorrebbe un confronto del Movimento con il PD. Riportiamo, quindi le due notizie Ansa:

“Uno dei 15 deputati regionali del Movimento 5 Stelle, Sergio Troisi, lascia l’Assemblea siciliana. Gli subentra Sergio Tancredi, primo dei non eletti in provincia di Trapani. ”Torno – afferma Troisi – a fare l’ingegnere per l’azienda per cui ho lavorato negli ultimi 7 anni. Ci sono dei progetti importanti che mi vedranno impegnato tra il Medio Oriente e Londra. Continuerò ad orbitare attorno al Movimento 5 Stelle. Mi sentirò un pò come il sedicesimo deputato”.

“Nel M5S scoppia il caso Currò. Il deputato siciliano in una intervista a ‘La Stampa’ invoca “un confronto con il Pd”, replicando così a Beppe Grillo che ieri sul suo blog ha chiuso ancora al governo Bersani”.

Deduciamo un malessere, dentro il Movimento, dovuto, senz’altro, alle decisioni non condivise, ma imposte dall’alto di grillo, che sempre più manifesta evidentemente posizioni verticistiche, accentratrici, che non piacciono ai deputati e alla base. Una visita nel suo blog ci conferma quanto asserito. In maniera palese i commenti sono vari e contraddittori. Non tutti sono d’accordo sulla linea di Grillo. I grillini asseriscono il loro essere uno e,ovviamente, i pensieri sul comportamento di Grillo sono diversi. La democrazia è proprio questa, quella del confronto, della dialettica e della responsabilità di fronte a situazioni nazionali , che richiedono un governo affinchè l’Italia non affondi economicamente, e faccia la fine di Cipro.

Ci sarà un incontro di Grillo con i deputati del Movimento, che chiaramente sono su posizioni, almeno alcuni, diversi da quelle di Grillo medesimo. Grillo asserisce che non si parla con i partiti senza capire che dal momento che ha accettato di correre per il Parlamento non può agire in modo antiparlamentare e anticostituzionale. Vorrebbe tutto, ma ha solo, e meno male, il 25%, non vuole parlare con la stampa italiana ma non estera, non vuole argomentare, ma solo imporre e decretare sentenze. La democrazia diretta delle Assemblee greche del IV secolo A.C. non hanno niente a che fare con la democrazia oggi. Sono passati secoli, storia, due rivoluzioni, l’americana e la francese, il Risorgimento, la Costituzione Albertina, la nostra Costituzione, la più bella d’Italia, per dirla con Benigni.  La democrazia partecipata non vuol dire  parlare, esprimere, e,poi, uno solo decide. Neanche nelle Monarchie assolute era ammissibile.

Insomma il Movimento si muove, gli stessi grillini convinti si chiedono dove Grillo voglia arrivare, quali siano i suoi intenti internazionali, vedi il plauso della figlia di Le Pen, in Francia.
Tante le anime di questo Movimento, per lo più estremiste, che sono difficili da conciliare. Uno scontro generazionale è evidente, ma non dialogo, non crescita.

Quello che di giusto viene urlato nelle piazze, viene offuscato da atteggiamenti dittatoriali, da un linguaggio al limite dell’inciviltà, cui ci stiamo abituando, ma sta anche stancando gli stessi seguaci del Movimento, oltre che la gente.