In scena solo una sedia e una candela, ma col racconto di Federica Bisegna, non è stato difficile immaginare sul palco un castello, i cortigiani, i cavalli, le spade, la foresta, i pugnali ed il sangue versato.
Così l’attrice ha raccontato il Macbeth nei due appuntamenti in programma lo scorso weekend a Ragusa (venerdì al teatro Lumiere e sabato al teatro Il Palco) all’interno della rassegna Palchi DiVersi, organizzata dalla compagnia G.o.D.o.T. e con la regia di Vittorio Bonaccorso.
Un ritmo sempre serrato per un’interpretazione straordinaria e al tempo stesso intensa ha raccontato uno dei più sanguinosi ed efferati drammi shakespeariani; una scelta registica minimale inoltre ha regalato la giusta leggerezza alla sacralità della storia.
I personaggi shakespeariani dell’attualissimo “dramma scozzese” sono stati portati in scena dall’attrice attraverso l’antica tecnica del teatro di narrazione, quella dei “cuntisti”, liberandola cioè dalla parola scritta e donandole la freschezza della parola in divenire, che nasce in quel preciso momento e che si nutre del respiro del pubblico. Una tecnica che coniuga la capacità interpretativa con quella dell’improvvisazione, nel rispetto della trama e del pensiero dell’autore, tecnica della quale Federica Bisegna è divenuta nel corso della sua esperienza una vera esperta.