Si parla tanto di Mediterraneo ma nessuno, forse, comprende bene le potenzialità di questo grande bacino che mette in comunicazione civiltà, nazioni e mercati diversi.
Buona parte dell’Europa si affaccia o può accedere con facilità al Mediterraneo che è la porta verso l’Africa, l’Oriente , l’est europeo e l’ Ovest, ma soprattutto il Sud.
La comunicazione con mondi così diversi non è stata sfruttata in nessuno dei settori strategici, gli scambi commerciali sono rimasti sempre allo stato nascente e non hanno consolidato scambi commerciali degni di questo nome. Nemmeno la cultura e il turismo hanno saputo trovare adeguati sbocchi e non sono riusciti a sfruttare potenzialità enormi.
Non esiste una mentalità orientata a creare e a sfruttare le mille opportunità offerte dalla facilità di collegamento fra le varie parti del Mediterraneo.
Possiamo dire che Ragusa, la Sicilia tutta, e l’Italia che si allunga come la banchina di un porto nel grande mare delle civiltà, costituiscono il simbolo di questo mancato appuntamento con la storia.
Noi più degli altri, e dicendo noi parlo appunto dei ragusani, dei siciliani, degli italiani, invece di sfruttare la nostra posizione centrale siamo, ormai, confinati a subirla come fattore negativo per i grandi flussi migratori.
E’ acclarato che il fenomeno dei migranti porta ricchezza in paese, senza dire che i paesi più sviluppati, nel mondo, sono quelli multietnici. Paradossalmente subiamo, per la posizione geografica, l’impatto iniziale del fenomeno migratorio, ci carichiamo delle spese di salvataggio e di prima accoglienza, ma gli immigrati aspettano solo di spostarsi verso Francia, Germania e paesi del Nord Europa.
Appunto questo è l’aspetto su cui si dovrebbe fare attenzione: rischiamo di essere un centro emarginato, non riusciamo ad intercettare gli aspetti positivi del fenomeno, non siamo capaci nemmeno di esportare professionalità ed esperienze nel sociale per venire incontro a questa marea umana che per il momento non accenna a diminuire.
C’è da dire che in tempi di globalizzazione, arriviamo anche tardi per affacciarci e affermarci nel Mediterraneo.
Se prendiamo, per esempio, il turismo abbiamo dati che fanno impallidire le presenze non solo sul nostro territorio ma anche su quello siciliano.
Si parlava di questo a proposito dell’aeroporto di Comiso che in mese assomma un numero di voli quanti ne fanno in un giorno rinomate località turistiche della Spagna.
Questa è la cartina al tornasole di politiche che continuano ad essere una palla al piede dello sviluppo locale.
Non si comprendono le potenzialità di una struttura come quella aeroportuale di Comiso, come già in passato non si è saputo valorizzare e sfruttare il porto di Pozzallo e come si stenta ad affermare il porto turistico di Marina di Ragusa.
Rimarremo, forse, porta d’Europa intesa non come ingresso ma come passaggio verso mondi che, pur lontani, riescono ad intercettare meglio di noi le opportunità positive di un fenomeno epocale.
Noi che eravamo destinazione privilegiata dei traffici sul Mediterraneo, in ogni caso tappa fondamentale do rotte di grande prestigio e ricchezza, non abbiamo saputo rinnovare le strategie che, in tempi antichissimi, facevano della nostra terra il centro del mondo e della civiltà
Oggi siamo solo una stazione di passaggio, riferimento non più centrale di un Mediterraneo in grande evoluzione
Giovanni Pluchino
classe III A – ISTITUTO SECONDARIO SUPERIORE PER GEOMETRI ‘’ R.Gagliardi’’ Ragusa
prof. ssa Rosanna Bocchieri