È l’8 aprile quando il signor Ferdinando, 39 anni, residente a Modica e affetto da cirrosi epatica, si vede prescrivere dal proprio medico di famiglia un’ecografia dell’addome completo, da eseguire con urgenza entro 10 giorni, a causa del rischio di complicazioni gravi e potenzialmente irreversibili. Il medico, consapevole del quadro clinico delicato e della pericolosità […]
Il miracolo della diffida: e l’ecografia arriva in un giorno. Ancora problemi con le liste d’attesa
12 Apr 2025 10:23
È l’8 aprile quando il signor Ferdinando, 39 anni, residente a Modica e affetto da cirrosi epatica, si vede prescrivere dal proprio medico di famiglia un’ecografia dell’addome completo, da eseguire con urgenza entro 10 giorni, a causa del rischio di complicazioni gravi e potenzialmente irreversibili. Il medico, consapevole del quadro clinico delicato e della pericolosità del virus dell’epatite B, segnala con precisione la necessità di un rapido accertamento diagnostico.
Ma quello che accade dopo ha dell’incredibile.
Nonostante la ricetta sia correttamente compilata e riporti i codici di priorità, al paziente viene assegnata una data di prenotazione al 20 novembre: sette mesi dopo la richiesta, rendendo di fatto inutile e pericolosamente tardiva la prestazione.
Comprensibilmente preoccupato, Ferdinando si rivolge alla nostra associazione per la tutela dei diritti sanitari. E’ questa la storia denunciata da Comitato Civico Art. 32 che si occupa di portare alla luce le inadempienze in materia di sanità.
La diffida e il “miracolo” della burocrazia
A seguito della nostra formale diffida e richiesta di attivazione della procedura amministrativa per il rispetto dei diritti costituzionali, accade ciò che ormai è diventata una costante paradossale della sanità pubblica: nel giro di 24 ore l’Azienda Sanitaria, come per magia, riesce a fissare l’appuntamento per il 16 aprile, esattamente entro i tempi indicati dal medico.
Un “miracolo” documentato e che ci lascia con un’amara constatazione: senza l’intervento di un’associazione o di un avvocato, i cittadini onesti e rispettosi delle regole rischiano di vedere negato un diritto fondamentale come quello alla salute.
Un sistema che non funziona
Questo caso, purtroppo non isolato, smaschera ancora una volta le falle gravi del sistema di prenotazione sanitario e la distanza tra le dichiarazioni pubbliche di efficienza e la realtà quotidiana dei pazienti.
“Altro che compiacimento da parte dell’Asp per i risultati raggiunti – commenta il responsabile dell’associazione – qui non c’è nulla di cui pavoneggiarsi. Anzi, servirebbe un esame di coscienza collettivo: la sanità pubblica deve funzionare per tutti, non solo per chi alza la voce o conosce qualcuno”.
Mentre si moltiplicano i proclami su digitalizzazione e qualità dei servizi, troppi cittadini continuano a essere vittime di un sistema che sembra funzionare solo sotto pressione, lasciando spazio a privatizzazioni striscianti o intermediazioni opache.
E in tutto questo, il tempo, per chi è malato, non è solo un numero: è salute. È vita.
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