Sul Giornale di Sicilia di venerdì scorso, 31 agosto, leggiamo nella pagina dedicata all’ex Capitale della Contea (mai come adesso, con la prossima scomparsa della Provincia di Ragusa, il titolo nobiliare non solo non deve essere tolto – per quanto dal 1948 in Italia equivale a nulla – ma sottolineato quante più volte è possibile) che la locale squadra di calcio dovrà giocare – già da oggi domenica 2 settembre 2012 – sul “neutro” di Scicli, il glorioso stadio “Scapellato”.
La stessa nota del GdS riferisce infatti che non sono agibili i due stadi modicani dedicati al calcio: quello nuovo di Contrada Caitina e quello datato di Modica Sorda, il famoso “Vincenzo Barone”. E però a me viene in mente che proprio quest’ultimo, vecchio e glorioso campo da calcio (chiamarlo stadio è forse eccessivo) è stato di recente al centro dell’attenzione mediatica locale perché ne è stato rifatto completamente il manto, utilizzando, com’è consueto negli ultimi anni, un bellissimo tappeto di erba sintetica. Ricordo anche – era la fine dello scorso mese di aprile – che alla inaugurazione furono diversi i politici modicani, dal deputato Minardo all’assessore Provinciale Carpentieri che insieme all’allora Presidente Franco Antoci. Tutti salutarono la novità rappresentata dalla riapertura dell’antico campo sportivo che con la nuova copertura in sintetico poteva essere finalmente messo a disposizione degli sportivi. Ma allora perché il Modica Calcio dovrà giocare a Scicli? Lo spiega nel citato articolo l’assessore comunale allo Sport, Tato Cavallino (ma a Modica hanno proprio una passione per i soprannomi strani, da Mommo a Tano passando per Uccio) secondo il quale per il Barone c’è stata “purtroppo una scarsa comunicazione fra gli enti. Il Comune di Modica affidò alla Provincia per venti anni lo stadio per fare i lavori, ma temo che ci siano stati degli errori nella progettazione”. Come? Errori nella progettazione? E per tale motivo non si potrà sfruttare un impianto che lo stesso assessore dichiara essere costato – si intende per la riapertura – trecento mila dicasi 300.000 euro?
Più semplice il discorso per l’altro stadio, quello di Contrada Caitina, che risulta inagibile, secondo l’assessore Cavallino, perché in una condizione pessima: “servirebbero tra 50 e 70 mila euro soltanto per il manto erboso – spiega l’amministratore dell’ex capitale della Contea (ricordate la premessa?) – e il Comune non può permetterselo. Da sempre l’illuminazine è monca, utilizzando un gruppo elettrogeno privato, va rifatta la tribuna e gli spogliatoi che sono in condizione di totale inutilizzo.”
A parte la corretta ma bruttissima parola “inutilizzo”, l’amministratore della città dei Conti sta dicendo pubblicamente che un nuovo stadio (nuovo perché al Caitina si gioca da meno di dieci anni) deve essere rifatto per l’erba, la tribuna e gli spogliatoi. Manca il parcheggio e le maglie dei giocatori e le bandiere dei tifosi e per il resto ci siamo. Io reputo incredibile che impianti sportivi costruiti nel “ventennio” (è il caso – per esempio – dell’ex Enal di Ragusa) o nell’immediato dopoguerra siano ancora perfettamente fruibili (fatto slavo qualche eventuale intervento ma di piccolo cabotaggio) e in impianti costruiti negli anni duemila (e si suppone con tecniche e materiali superiori di gran lunga) siano da rifare completamente. Ma ancora più singolare è il fatto che al “Vincenzo Barone” il Modica non potrà giocare a causa di qualche “errore di progettazione” nel mentre solo due mesi fa Antoci, Carpentieri, Minardo ed altri hanno sorriso ai fotografi e ai cameraman per aver raggiunto un “sogno” (così ha spiegato l’ex assessore Carpinteri alle pagine del giornale bimestrale della Provincia spiegando l’importanza di aver dato l’erba – sintetica – al Barone).
Potrebbero questi signori spiegarci adesso cosa sia successo? Se Tato Cavallino dovesse avere ragione, ovvero sono stati commessi degli errori, era il caso di festeggiare in pompa magna? Si potrebbe replicare che all’epoca dei festeggiamenti non si era a conoscenza degli eventuali errori commessi. Vero è, ma allora si deve sin da subito indagare e dare spiegazioni, a tutti e soprattutto a quelli che a fine aprile hanno applaudito dalle tribune del glorioso Barone. Intanto facciamoci giocare i ragazzini, sperando possano diventare tutti tanti Lionel chè poi con quello che guadagneranno (in Spagna ed in Inghilterra) faranno la fortuna di intere generazioni.