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Il monumento che nasconde una strana cassa. A Santa Croce Camerina si riscrive un nuovo capitolo

Nuove ricerche condotte dalla Società Santacrocese di Storia Patria. “Un nuovo tassello sta per essere scritto nella storiografia di Santa Croce Camerina.”

Venerdì 25 ottobre, la Società Santacrocese di Storia Patria ha finalizzato il progetto di esame endoscopico al monumento funeraria dei Marchesi Celestri posto all’interno della Chiesa Madre San Giovanni Battista, finanziato dall’Amministrazione Comunale mediante l’Istituto del “Bilancio Partecipato”. L’esame è stato condotto dalla ditta Arte e Restauri di Vittoria, specializzata nel settore, mediante l’introduzione di microtelecamere all’interno del sepolcreto.

Un po’ di storia sul monumento ci perviene dalla Società di Storia Patria: non è noto chi effettivamente è stato sepolto nel sepolcreto. Dai documenti pervenuti presso l’Archivio di Stato di Palermo è emerso che è stato commissionato per Lucrezia Migliaccio, moglie di Giovan Battista Celestri II, rifondatore di Santa Croce. Lucrezia morì improvvisamente nel dicembre 1604, all’età di 42 anni. L’atto di commissione venne redatto presso il notaio Memmi a Palermo l’11 agosto 1605.

Il costo del monumento funerario fu di 67 Onze d’oro, il reddito annuo di 15 contadini dell’epoca. Arrivò a Santa Croce con molta probabilità via mare, mentre gli artigiani che lo avevano scolpito (Francesco Lo Mastro e Antonio Falcone), lo montarono nella prima chiesa matrice entro la fine del 1605. Tuttavia era uso dell’epoca, che anche altri membri della stessa famiglia potessero essere sepolti nello stesso monumento.

Il figlio di Giovan Battista e Lucrezia, Pietro IV, che morì a Palermo nel 1616, nel suo testamento espresse la volontà di essere seppellito a Santa Croce. Non abbiamo certezza se queste volontà testamentarie siano state rispettate. Altre notizie ci pervengono dalla morte a Scicli di Luca Celestri nel 1616, figlio del predetto Pietro IV e Francesca Cifuentes, di circa due mesi, che venne portato in processione da Scicli per essere sepolto a Santa Croce. Un altro componente tumulato nel monumento potrebbe essere Giuseppe Celestri, figlio di Giovan Battista IV e Girolama Oneto, morto all’età di 5 anni proprio a Santa Croce nel 1755.

Le risultanze dell’esame all’interno del monumento hanno rivelato la presenza di un involucro che dalle prime apparenze potrebbe ricondurre ad una cassa. Saranno gli esami in laboratorio dei fotogrammi a dare esito più certo. Questo tipo di esame viene effettuato per la prima volta sul monumento Celestri, che risulta essere uno dei più antichi della nostra provincia, ed ha lo scopo di verificare in modo scientifico quello che fino ad adesso la documentazione storica non ha rivelato.

Considerato lo stato di degrado dettato all’umidità e dall’amena ubicazione – non è noto dove era posizionato nella prima chiesa matrice – la Società Santacrocese di Storia Patria ha proposto un progetto che prevede il recupero ed il restauro dell’opera funeraria, nonché lo spostamento in altro ambiente della Chiesa Madre per una maggiore valorizzazione della stessa.

Giuseppe Arrabito

Presidente Società Santacrocese di Storia Patria 

Credito Fotografico:
Arte e Restauri-Vittoria
Silvio Rizzo
Giuseppe Arrabito