Il “Movimento dei Forconi” continua con le sue battaglie contro il sistema e continua a rivolgersi a chi crede ancora che in Sicilia sia rimasta almeno una possibilità per salvarla dal disastro organizzando per il prossimo 10 gennaio un’assemblea per scrivere quella pagina di storia di cui da tempo si parla: l’appuntamento è per le ore 17.00 all’Hotel Gelso Bianco di Catania, primo autogrill sulla A19, direzione Catania-Palermo.
Se forse all’inizio poteva esserci la speranza di aprire un tavolo di trattative, adesso il Movimento elimina ogni possibilità di “dialogo” perché, commenta, coloro i quali sanno tutto della situazione attuale, fingono di non esserne informati. Con una colorita nota affermano tra le altre cose: “Prima una calorosissima sberla, anzi meglio, prima un sonoro calcio nella palle e poi ne parliamo!”.
Quelle arrivate in redazione sono parole dure, quasi avvelenate, sintomo di un’esasperazione che è ormai arrivata a limite: “Figli di puttana, questo siete e non altro! E prima di voi che siete al Governo, tutti quelli che vi appoggiano e che prima di voi hanno governato negli ultimi trenta anni, compreso quel Presidente della Repubblica che sembra essere diventato il garante di questo sistema marcio e quella parte di Chiesa che manda un milione di euro dall’Otto per Mille a Genova e non un solo centesimo a Giampilieri e a Barcellona Pozzo di Gotto. Il vostro popolo che è per voi solo il vostro elettorato, vi sta mandando a cacare. E per dimostrarvelo scenderà nelle strade e nelle piazze, si fermerà, chiuderà le attività e urlerà al mondo che ve ne dovete andare. All’estero possibilmente: vedervi e ascoltarvi ci provoca una sensazione di malessere che non riusciamo più a contenere.”
Il Movimento dei Forconi invita poi a non definirla semplice “antipolitica” perché non si può pensare di risolvere i problemi di un Paese malato con lo stesso medico che da anni sbaglia la cura lamentando inoltre la completa indifferenza da parte di stampa e televisioni, dei sindacati con lo stipendio che non facevano altro che “balbettare” davanti a Montecitorio e che vedono i Forconi come nient’altro che fumo negli occhi e la denigrazione delle associazioni di categoria che si sono vendute alla politica perché più facile e redditizio invece di difendere i diritti di chi investe.
“Caro Monti – si legge ancora nella nota – non avevamo bisogno di Voi per continuare a coprire gli interessi dei poteri forti e continuare a far pagare i soliti poveri cristi. State pensando alla seconda fase della manovra che riguarda lo sviluppo? Lasciate perdere, sappiamo già che sarà tutto fumo. Noi siamo sotto le macerie di un terremoto economico e finanziario che ha distrutto il mondo del lavoro di quelle comunità che si erano spaccate la schiena e con orgoglio avevano costruito qualcosa. Sotto le macerie ci sono le vittime di quel sistema: siamo noi! E dopo un terremoto non possono essere seguite le regole degli appalti e delle burocrazia perché c’è l’urgenza di salvare vite umane, voi state lanciando invece altre palate di detriti sui possibili cadaveri. O togliete le macerie sulla nostra testa o qui saremo tutti morti da qui a qualche mese”.
Secondo i Forconi altri dunque dovevano essere i principi che avrebbero dovuto accompagnare le Istituzioni per rimettere in moto uno sviluppo duraturo, no quello di chiedere a chi ha già dato o a chi non può dare ulteriormente. E’ normale che il sistema si incarti: “La storia è fatta di corsi e ricorsi: è arrivato il momento che queste vittime mettano due dita in gola e vomitino tutti i rospi ingoiati. L’unico in grado di cambiare il suo destino è il popolo stesso che per decenni si è fidato della spazzatura dando ad altri il compito di risolvere la situazione. La rivoluzione inizierà il 16 gennaio e continuerà fino al 20 dello stesso mese. Non sappiamo quando e se ci fermeremo, anzi, certamente questo è solo l’inizio!”
Il Movimento dei Forconi invita poi allevatori, agricoltori, autotrasportatori, artigiani, commercianti, pescatori, edili, negozianti, operai, precari, madri di famiglia, giovani, studenti e tutti coloro i quali abbiano l’intenzione di partecipare a combattere insieme per voltare pagina una volta per tutte.
“La rivoluzione sarà anche solo scendere nelle strade – annunciano – per essere in ogni angolo della Sicilia al fine di informare questo sistema mafioso-politico e sindacale che non abbiamo più lacrime da versare e stiamo mettendo la “coppola” al contrario, e chi è siciliano potrà ben comprenderne il significato.”
I Forconi saranno a Messina nei pressi dei porti, al casello autostradale di San Gregorio a Catania, sulla Palermo-Agrigento, sulla Caltanissetta-Agrigento, sulla Messina-Palermo, sulla Catania-Siracusa e ancora davanti ai cinque porti siciliani, nei pressi delle raffinerie di Priolo, Gela e Milazzo.
“Sarà – concludono – una rivoluzione in silenzio. Noi siciliani abbiamo pagato prezzi altissimi nella lotta alla mafia. Uomini dello Stato, quelli veri, degni di essere definiti tali, sono caduti per difendere le conquiste di un popolo: la libertà e la dignità degli Italiani. Siamo sicuri del fatto che se Falcone e Borsellino fossero vivi sarebbero dalla nostra parte. Lo Stato nel confronto con la mafia è diventato primo nemico.”