Ancora una volta a commentare lo sfacelo di una Sicilia persa nel suo atavico destino di terra di conquista. Mi riferisco all’istallazione del Muos a Niscemi, e alla condanna che esso segna per tutto ciò che è vita.
Dei manifesti tappezzano la città: è l’invito ad una conferenza presso la Sala Golden a Vittoria, ma forse è meglio chiamarla incontro di disperate volontà, per informare su cosa significhi il Muos per la salute e per il territorio, che sarà costretto a rinunciare alla sua naturale vocazione turistico-paesaggistica, e sensibilizzare alla resistenza. Sul palco tra i relatori Antonio Mazzeo, autore del libro “Un EcoMuostro a Niscemi” ed il dott. Rino Strano il quale, aiutandosi con delle proiezioni, ha tracciato una mappatura di quello che significherà per il territorio l’istallazione del mostro. La stessa passione di sempre, ma sicuramente una rabbia più grande; difatti i lavori per l’istallazione proseguono incuranti delle proteste e dell’allarme lanciato da coloro che hanno studiato il fenomeno. Un vento caldo di desolazione avvolgerà uomini e cose. Ma niente paura: gli americani finanzieranno per Niscemi e dintorni un polo oncologico d’eccellenza.
Un nuovo elemento, almeno nuovo per me, è emerso, un elemento su cui si potrebbe puntare per coinvolgere i comuni limitrofi che si sentono al sicuro. Si è detto che uno dei motivi della mancata firma che dia il via libera all’apertura dello scalo di Comiso da parte del nostro Governo è da ricercarsi proprio nella vicinanza del Muos che, di fatto, interferirà con i segnali radar.
C’è proprio da congratularsi con il Governo uscente e con il ministro alla difesa firmatario del decreto di autorizzazione all’istallazione del Muos. E poi ci si chiede il perché di tanta disaffezione alla politica.
“E come non vedere il pericolo che la trasformazione della Sicilia in una gigantesca base di guerra spingerebbe alle estreme conseguenze i processi degenerativi già così allarmanti?” (Pio La Torre)