Tutti al cinema Lumiere di Ragusa per un film assolutamente divertente tra l’altro girato in provincia di Ragusa. Dal 18 al 23 novembre approda finalmente al Lumiere (orari: 18:30 – 20:20 e 22:00) “Quel bravo ragazzo” girato interamente a Ragusa e ricco di comparse e attori del nostro territorio. Il film racconta la storia la storia di un potente boss mafioso che sta per morire e vuole lasciare il comando della sua spietatissima cosca a un figlio che non ha mai riconosciuto che, ironia della sorte, è un innocuo, ingenuo e goffo ragazzotto di 35 anni che fa il chierichetto e che è vissuto in un orfanatrofio di un paesino del Sud Italia.”Quel bravo ragazzo” è un riuscitissimo esperimento comico che segna il debutto solista del lunare attore Herbert Ballerina, che dimostra qua di avere davvero la stoffa di un comico di rango.
Il 24/11 continuano gli “appuntamenti al buio” con il cinema d’essai. Il sesto film in programmazione (orari: 18:30 e 21:30) sarà “Microbo e Gasolina” del genio del cinema francese Michel Gondry (Mood indigo, Se mi lasci ti cancello).
Da segnalare, infine, un evento speciale, organizzato da Agedo Ragusa, Amnesty International Ragusa, Nemoprofeta e Gruppo 228 che si terrà lunedì 21/11 alle 18:30. Alla presenza dell’attrice Veronica Pivetti sarà proiettato il film che la vede anche regista “Nè Romeo né Giulietta”. Introdurrà e modererà Luigi Tabita. Ingresso libero fino ad esaurimento posti.
GUARDA IL TRAILER DEL FILM DI HEBERT BALLERINA
https://www.youtube.com/watch?v=aZGvYkvQ8ms
dal 18/11 al 23/11
Quel bravo ragazzo (girato a Ragusa) con Herbert Balleria ed Enrico Lo Verso
Orari: 18:30 – 20:20 e 22:00
Giovedì 24/11 “Appuntamento al buio” – prima parte
MICROBO E GASOLINA di M. Gondry (Francia, 2015, 103’) Orari: 18:30 e 21:30
Lunedì 21/11 – evento speciale
“Nè Romeo né Romeo” di Veronica Pivetti
Ore 18:30 – ingresso libero/Sarà presente la regista Veronica Pivetti – organizzazione: Amnesty International, Agedo Ragusa, Nemoprofeta, Gruppo 228.
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recensione tratta da Coming Soon
Quel bravo ragazzo: la recensione del film con Herbert Ballerina
15 novembre 2016 – Daniela Catelli
Prima di parlare di Quel bravo ragazzo, ci piace fare una precisazione, onde sgombrare il campo da eventuali equivoci: non c’è nessuna intenzione blasfema (e ovviamente nessuna somiglianza) nel titolo del film: l’ovvio riferimento al film di Scorsese, infatti, in questo caso è da intendersi alla lettera ed era in un certo senso “obbligato”. Perché tale è il protagonista, Leone. Tanto bravo e ingenuo da sembrare un bambino mai cresciuto: del resto è orfano di padre, allevato in parrocchia da un prete di polso e non ha amici se non i suoi coetanei… mentali, per cui è rimasto fuori dalle brutture dal mondo. Fino al giorno in cui il padre, che non conosceva, lo fa convocare mentre si trova sul letto di morte per affidargli le chiavi del regno. Solo che l’azienda di famiglia è una cosetta chiamata mafia e tocca ai due fedelissimi scagnozzi del boss il compito di fare al poverino un “crash course” in comportamento criminale, con i prevedibili risultati del caso.
Confessiamo di essere parziali da sempre nei confronti dei personaggi nati dal genio di Marcello Macchia, alias Maccio Capatonda, e dei suoi collaboratori Luigi Luciano (Herbert Ballerina) ed Enrico Venti (Ivo Avido). Personaggi che ci fanno ridere e al tempo spesso ci spaventano, perché può capitare di riconoscerci in forma esasperata, se non noi stessi (almeno lo speriamo!), la gente brutta che prospera in questo paese e i poveracci che ne fanno le spese. Quel bravo ragazzo, però, non è un film di Maccio, ma un debutto solista cucito sulle spalle del lunare Herbert Ballerina, che dimostra qua di avere davvero la stoffa di un comico di rango.
Ci piace davvero tanto il suo idiot savant, un po’ bambino e un po’ mr. Chance, quel non capire degli altri se “ci è o ci fa”, la sua disarmante ingenuità, che abbiamo già apprezzato in vesti più infantili nel personaggio di Fernandello in Mariottide. L’idea di inserirne la figura nel genere della commedia di mafia è sicuramente vincente e il film è divertente, grazie anche ai comprimari d’eccezione, tra cui spicca il duo dei picciotti interpretati da Toni Sperandeo e Enrico Lo Verso (con gran divertimento loro e nostro), coadiuvati dal “principe dei non protagonisti”, il sempre bravo e misurato Ninni Bruschetta nel ruolo del Consigliori.
Bella l’ambientazione ragusana e i cammei di Maccio Capatonda (ci piacerebbe uno spinoff su questo don Isidoro!) e Luigi Maria Burruano, straordinario pure nell’immobilità. Nel film si avverte anche la voglia di Enrico Lando di uscire dalle strade già battute coi Soliti Idioti. Si ride molto e si sorride spesso, anche se si ha l’impressione che siano gli attori, tutti bravissimi, a compensare i vuoti di una sceneggiatura un po’ esile.
Manca insomma a Luigi Luciano – e non ce ne vogliano gli autori – uno scrittore dall’esperienza e dalle qualità di Vincenzo Cerami, che tanto contribuì al successo del qui riecheggiato Johnny Stecchino e di altri film di Benigni, anche meno riusciti di questo. Ma a parte questo, aspettiamo Herbert/Luigi nelle sue prossime prove, da solo o nella rodata compagnia dei suoi complici, perché il cinema ha ancora bisogno di qualcuno che guardi il dito mentre gli altri indicano la luna.
http://www.comingsoon.it/film/quel-bravo-ragazzo/52965/recensione/