La rubrica dello psicologo, a cura di Cesare Ammendola
È appena uscito il libro di Andrea Caschetto. Un ragazzo ragusano molto conosciuto e amato, poco più che trentenne, che da Sampieri, casa adorata, ha toccato quasi tutte le nazioni del mondo, viaggiando in più di cento Paesi.
Avrò il piacere di presentare il libro con lui il 28 ottobre, a Ragusa, presso il Teatro “Marcello Perracchio”. Nello scenario di oggi, nello sfondo cupo, grigio e opprimente di queste settimane, a me sembra un’ottima occasione per riflettere nel sorriso inteso alla vita e alla rivalsa.
Alla luce di un messaggio intessuto di sentimenti intensi, profonda speranza e spirito di rinascita, si espande infatti in bellezza un testo non ordinario, nel quale la storia di un ragazzo senza memoria, soprannominato “Memoria Zero”, si intreccia al racconto autobiografico di luci ed ombre e il riscatto dell’autore. Un riscatto ridisegnato nei sorrisi dei tanti bambini che egli ha aiutato negli orfanotrofi di tutto il mondo, nelle strade delle favelas, negli ospedali in Iraq. Oppure in seno alle missioni umanitarie, tra le quali la più recente nell’Ucraina in tempo di guerra.
La stessa articolazione e struttura del libro riflette la visione del mondo di Andrea: i capitoli non sono disposti in senso cronologico, ma nell’ordine non banale e a tratti imprevedibile dei pensieri e dei ricordi dell’autore.
Andrea è soprannominato “Mister Smile” o “l’Ambasciatore del Sorriso”, perché ha girato il mondo con la mission di fare sorridere appunto i bambini negli orfanotrofi e di regalare, nel contagio di un’espressività positiva, felicità a chi non ne ha (fattore che egli identifica con una sua ragione di vita). Nel 2016, nel corso della Giornata Mondiale della Felicità, il suo discorso alle Nazioni Unite è stato salutato con una standing ovation. Nelle sue parole, egli non permette a niente e a nessuno di scalfire il suo fiducioso ottimismo, nemmeno al brutto tumore che lo ha colpito nell’adolescenza.
Infatti, prima di diventare il “supereroe” dei bimbi di mezzo mondo, prima di dedicarsi alle missioni umanitarie (e prima di riuscire a mettere il bene degli altri al primo posto), Andrea ha vissuto sulla sua pelle episodi duri e difficili.
Cresciuto senza un padre, a soli quindici anni è stato operato per un tumore al cervello, di cui mostra con orgoglio la cicatrice. L’operazione ha avuto un buon esito, ma ha danneggiato la sua memoria a breve termine. Da allora i ricordi nella sua mente riaffiorano in maniera solo in apparenza casuale, perché invece gli episodi impressi nella sua memoria sono tutti legati dal filo impalpabile e invisibile delle emozioni.
Nel paesaggio odierno così malinconico, desolante e a tratti allarmante di questa stagione, una riflessione condivisa sull’esperienza significativa di una vita straordinaria appare come un’opportunità per cercare il respiro di un sorriso rivolto alla vita e alla rinascita.
Buona lettura a tutti voi.