L’ultimo giorno, che segna la chiusura della ventisettesima edizione del presepe vivente di Monterosso Almo organizzata dall’associazione “Amici del Presepe”, si è arricchito con una novità. Per la prima volta tra i figuranti ad impersonare il ruolo di San Giuseppe ci ha pensato, l’Arciprete don Marco Diaria.
Questa edizione verrà soprattutto ricordata per questa novità visto che nella comunità montana non vi erano stati altri casi e la circostanza è stata accolta con grande entusiasmo ed interesse dai tanti visitatori che giorno 8 gennaio sono andati nel paese montano.
Quest’anno, lungo le viuzze del quartiere della “Matrice”, si è data vita ad una location ispirata agli anni ’50, dando così ai visitatori la possibilità di poter ammirare quegli antichi mestieri, oggi in via di estinzione, come: il “curdaru”, il “firraru”, la “lavannara” e, ancora, lo “scarparu”, ecc.. attività che costituiscono la testimonianza più sincera di un passato immune dal consumismo e in assoluta simbiosi con i ritmi delle stagioni.
“Diciamo che il tempo non è stato clemente per quanto riguarda questa edizione del presepe vivente – afferma il presidente dell’associazione “Amici del presepe”, Paolo Tavano – ma, ancora una volta, la forza e la suggestione che si è stati in grado di emanare sono serviti da richiamo inossidabile per tutti coloro che ci hanno voluto onorare della propria visita. Abbiamo curato aspetti organizzativi non certo facili, perché il coinvolgimento complessivo era di circa trecento figuranti. Siamo ancora una volta soddisfatti per la qualità del lavoro svolto. Il presepe vivente di Monterosso Almo continua ad essere, per le proprie caratteristiche, uno dei più quotati della Sicilia orientale. Lo testimoniano, infatti, le migliaia di presenze provenienti da ogni parte dell’isola che hanno riempito le viuzze della città montana nei quattro giorni di rappresentazione”.