Le quotazioni internazionali di benzina e gasolio sono diminuite, rispettivamente del 16% e dell’ 11%. Ma i prezzi alla pompa rimangono invariati o quasi. Le accise, che il governo incassa per ogni litro di carburante, gravano per oltre il 60% del prezzo finale, in pratica lo Stato incassa, tra accise e iva euro 1,10 circa per ogni litro di carburanti (non male), di conseguenza e in virtù della crisi, aumenta la contrazione della domanda, infatti, il settore patisce la diminuzione dei consumi mettendo in serio pericolo centinaia di posti di lavoro.
Nei primi giorni di ottobre, le medie ponderate nazionali del prezzo dei carburanti in modalità servito erano per la verde a 1,819 euro al litro e di 1,713 euro al litro per il gasolio, i prezzi alla pompa sono scesi facendo segnando la verde a 1,785 euro al litro e 1,678 euro al litro per il gasolio, registrando una lieve flessione non in linea ai prezzi del petrolio, questo accade per l’avarizia dei petrolieri, solerti con gli aumenti, pigri con le diminuzioni.
In virtù di sconti e promozioni, gli automobilisti riescono a fare il pieno risparmiando circa 0,15 centesimi al litro rispetto alle medie ponderate, ma solo in modalità self, rinunciando a tutti quei servizi che il benzinaio offriva, quali: pulizia vetri, controllo livelli oli, pressione gomme, e la cosa più importate, secondo la mia visione, il rapporto umano, a quello non c’è prezzo.
Il Presidente della repubblica ha firmato il Ddl della legge di stabilità che il Governo Renzi a varato alcuni giorni fa. Pare che nel Ddl, firmato da Napolitano, che ne ha autorizzato la presentazione in parlamento, sia contenuta una clausola che i nostri politici chiamano, ”clausola di salvaguardia” in cui ipotecano, oggi per domani, i correttivi di bilancio, senza tornare a scrivere una nuova legge di stabilità.
In pratica si tratta di una previsione di aumento sull’iva e delle accise sui carburanti (ma a queste ci siamo già abituati)che scatta in automatico se non verranno raggiunti determinati obiettivi di bilancio e di spendig review, previsione di bilancio 2015 e nel bilancio pluriennale per il triennio 2015-2017, passando così dall’attuale 22% al 25,5%. La notizia ha già invaso i siti web allarmando tutto il modo produttivo di questa Nazione e, se dovesse scattare tale clausola, a mio modesto avviso, sarebbe il colpo di grazia per la già fragilissima economia italiana già in deflazione e in recessione, per i l’industria, per piccole e medie imprese, commercianti, artigiani, agricoltori, pensionati e tutte quelle famiglie che ormai non arrivano più nemmeno alla terza settimana del mese.
Facile governare con questo sistema, visto che a pagare saremo sempre noi Italiani!