IL POST UMANO È ARRIVATO NEI GIOVANI

Che sta succedendo nei giovani? Il delitto del Collatino,alla periferia est di Roma non è stato solo un fatto di ordinaria follia ma un evento terribile di una diabolica liturgia criminale, compiuta sul corpo e sull’anima di Luca Varani,un giovane di 23 anni,attirato,crocifisso e offerto sull’altare mediatico del fine settimana. Questo assassinio di cieca e inaudita  violenza giovanile pone il più grande interrogativo sulla  condizione umana e spirituale dei nostri giovani all’epoca dell’individualismo ideologico e radicale di massa e nel tempo lungo ed esteso della  conformistica “folla solitaria”? La lucida follia di due “giovani-adulti” benestanti, esperti di droghe e di sesso estremo, di alcoolici e di orgia di gruppo,ha toccato il fondo e ha  progettato il male nella sua forma diabolica  di abissale disumanità e ne ha  programmato l’esecuzione sin nei più piccoli particolari di una violenza sadica, fisica e psicologica ,fatta per creare un  evento simbolico da ricordare. Hanno perciò realizzato coscientemente,a loro modo il capolavoro della odierna “macchina che vede”(Paul Virilio)  immortalando,a tinte fosche, il finire della vita in una danza da sballo a tre “con il morto”! Marco Prato e Manuel Foffo,trentenni organizzatori dei divertimenti by night  di un  voyeurismo forte, morboso e criminale, che attraverso una cieca socializzazione conformistica li rende vittime e carnefici nel gruppo dei pari e nella massa giovanile dove procura alta audience e singolare forza di trascinamento e  potere di asservimento  e di  aggregazione.  Questa volta hanno osato il massimo e creato un livello esperienziale e impensato del morire, in diretta, di un loro amico(?!) più giovane di circa 7 anni,trascinato in una meccanica spirale di torture,sevizie e sadica esecuzione,una violazione pagana del corpo umano con una  orribile profanazione del suo valore sacro come espressione della  dignità dell’uomo,fatto ad immagine somiglianza di Dio e redento da Gesù Cristo. Questo fatto non ha precedenti! E’ il primo “evento” nel suo genere e riguarda non tanto “ i giovani neet” ma i quotidiani peers group (il gruppo dei pari!) nei quali si vive e si respira ormai un clima omertoso e fisiologico di bullismo giovanile che diventa organico e funzionale al più pericoloso bullismo sociale dove  si esperimenta l’apprendistato malavitoso e si accede al reclutamento territoriale delle strutture mafiose. I confini tra il male e il bene non emergono ormai  chiaramente e distintamente a segnare una demarcazione visibile negli uomini e nelle strutture fra delinquenza prodotta e onestà auspicata. Come hanno dimostrato tante ricerche sociologiche nel magma paludoso  della società violenta postmoderna vengono catturati in modo permanente e subdolo uomini e giovani deboli e bisognosi. Non c’è,ormai,chi non vede l’aumento progressivo dei violenti e la crescita a spirale della società anonima,indifferente e sempre più violenta. Questa si è allargata e trasformata in un campo di concentramento da cui non è facile uscire,dal quale non è  fisicamente e/o  psicologicamente possibile uscire perchè dalla prigionia delle sue molte e remunerate schiavitù non ci si può liberare senza l’aiuto forte di un liberatore umano e/o divino. Poi, nello specifico, il terribile delitto di Roma al Collatino è  il primo “evento di esecuzione del morire” che nasce dai giovani contro gli stessi giovani,di una coppia di giovani adulti (30 anni!) senza pietà e misericordia, senza morale e senza Dio nei confronti di un ragazzo affascinato e catturato. Bisogna chiedersi se questa storia di cronaca nera è riconducibile ad un processo di imbarbarimento endogeno o se è una manifestazione di dinamiche di  devianza e  di patologia sociale dei giovani adulti che si esprime nella logica del cupio dissolvi e del modus mortis in termini di chiara sfida e di efferatezza criminale. Sembra il post umano nichilista dei giovani adulti che protestano  contro  la società retorica e farisaica che esalta come vita la morte dentro, e, come valore superiore lo sfacelo drammatico della vita umana e dei “ Mondi vitali in profonda crisi sistemica e valoriale(famiglia,società,chiesa e scuola..).Questi giovani adulti sono gli abitanti disperati dei quartieri ricchi dove tutto ciò che si ha è ricevuto  ma non conquistato e ciò che si desidera non è il proprio capitale umano e spirituale ma la dote esistenziale di una esperienza consumata a livello bord-line. Sono essi a gridare  in maniera agghiacciante il loro odio nei confronti di un sistema che li illude mentre li emargina e li condanna  perché non sono”utili”.I giovani adulti sono,come è noto,portatori di complessi  intimi di identità  e di schiavitù morale pieni  di oppressione e di  delusione. Anche se brillanti studenti o laureati  di lode e prestigio vivono una dicotomia tra l’intelligenza acuta e forte e la loro personalità debole. Per  questa  carenza di armonia e fallita vera integrazione,umana e sociale, vivono come imbambolati da “eterni adolescenti” senza impegni personali né progetti comunitari di bene pubblico.

E’ necessario interrogarsi meglio,quindi,sulla loro mutazione antropologica e sulle loro strutturali criticità morali e  spirituali,culturali e identitarie; è senz’altro opportuno e,in ogni caso, doveroso che gli educatori di umanità,professionali o sociali, incomincino più seriamente a  riflettere sul VOLTO triste ed emaciato di una generazione “prodiga per caso” che si è perduta e alienata sui bordi delle strade e/o sui   luoghi  e templi pagani della loro nera socializzazione alla violenza nichilista e in particolare i genitori,i professionisti e i Sacerdoti devono rispondere e dar di conto “ del senso e del perché questi giovani sono lontani” dai valori e dai sentimenti forti di tenerezza e bontà,di umanità e di comunità,di legalità e di democrazia. Di solito ci si chiede se rispecchiano e in quale grado la società nella quale vivono o più in profondità se il loro traviamento psicobiologico sia effetto di una malattia mortale ben più grave e  fatta di esibizione dell’istinto di morte. Maura Franchi (sociologa) recentemente ha chiarito che  la nostra società < nonostante ci sembri più aperta,offre luoghi di socializzazione estremamente chiusi”(La Stampa,18 febb.2016 p.32). Ci aiuta in sede ermeneutica ed euristica il famoso libro di Mark Granovetter:”La forza dei legami deboli” che come è noto sono quelli “che si creano al di fuori della propria cerchia di appartenenza,lontani da genitori e parenti”. E’ proprio il caso della mutata modalità di vita e di ruolo dei peers groups( del gruppo dei pari) che nella crisi della famiglia nucleare hanno di fatto sostituito in molta parte la funzione educativa degli adulti e dei genitori. La prima comunicazione esistenziale,ricevuta sin dalla nascita, comprendente l’imprinting fondamentale e strutturante di virtù e di  valori di relazione  sia significativamente la forza del Padre e la tenerezza della Madre che con il suo amore rassicura e guida nell’impresa di conoscere e di dominare il suo mondo interno. A partire da ciò si  struttura e si rende sempre più definita e plastica  la personalità del bambino che, essendo  amato, ama e diventa con la guida della mamma più sicuro e sperimenta (meraviglia delle meraviglie!)la libertà di adesione prima della libertà di scelta. Si muove verso il proprio bene ed affettuoso amore per abbracciarlo ed aderirvi. Così la logica dell’amore,prima della madre e poi del Padre, aiuta la crescita armonica  del piccolo dell’uomo favorendone e modellandone una significativa personalità di impianto e di virtualità umana che, bisognosa di tutto, ha nella sua progressiva  identità di figlio il sicuro sviluppo progressivo della sua libertà e della sua dolce capacità di amare e di crescere in equilibrio dialettico,socio psico-motivato. Oggi il rapporto genitori – figli, quasi inesistente o molto debole ,caratterizza la qualità flebile e inadeguata  del clima educativo familiare. In buona sostanza essi sono stati sostituiti, di fatto, dai rapporti caldi e quotidiani con il gruppo dei giovani coetanei. Con la destituzione simbolica e in molti casi reale della figura del Padre, il rapporto dei  genitori con i figli è profondamente cambiato. ( il Padre diventa amico e, quando c’è!,un compagno ma non più un educatore di riferimento e di ruolo!  Il caso della Madre è diverso: quando c’è viene consultata e coinvolta in un ruolo di affettuosa complicità e copertura del figlio…).Il figlio torna a casa per mangiare e dormire (quando torna!) .La sua vera e concreta vita quotidiana si svolge con i ragazzi della compagnia,con i suoi coetanei o gruppo di amici. Dopo la pre-adolescenza  Il ruolo paterno è  diventato latitante o intermittente(come abbiamo detto:<   sostanzialmente è stato sostituito dal “gruppo dei pari” >).Sembrerà assurdo ma il Gruppo Giovanile dei Coetanei è di fatto questo” il luogo formativo di elezione e di formazione,di scoperta e socializzazione,di formazione del carattere e della struttura sociale della loro personalità. Così vuole l’adolescente, così induce a fare la Società lacerata,complessa e divisa del postmoderno;così permette, concede e per comodità accetta il Padre.Poi  ci si accorge che la vita del figlio o della figlia vivono una loro vita”chiusa in famiglia i figli(la cameretta del TESORO!) ed una vita fuori senza confini e divieti. Il mito dell’avventura di gruppo si sposa con il loro narcisismo secondario e la dialettica di gruppo spiega vita,morte e ruolo della vita di libertà sempre più ampia ,non più concessa ma “presa” come qualità d’essere di un giovane maturo e responsabile,sol perché vive ed è come gli altri. Non è più “un figlio di Papà!”La sua identità sessuale non è solo fisica o naturale ma è quella che mostra e acquisisce fra i coetanei. Il suo sesso è in parte notevole confezionato dalle idee ed esperienze di gruppo. Lo spirito d’ avventura, a livello di “statu nascenti”,anima le relazioni,le scoperte  e le avventure. Tutto è coperto non dal pudore ma dal segreto più segreto.I Genitori faticano a sapere e incominciano a vivere un drammatica esperienza di separati in casa. Ciò che sono o che fanno i loro figli viene, nonostante tutto, permesso(noblesse oblige!) Le imprese giovanili diventano vere e proprie scuole e  palestre di vita e non solo di gioco e di divertimento. Dunque la vita dei loro giovani figli ha due luoghi di libertà e di autoeducazione:la cerchia dei coetanei e il piccolo mondo personale  di rifugio segreto( vissuto con il cellulare…) fatto di  privacy,di una  propria  catarsi e di gelosa custodia di una sacra solitudine esistenziale dove si covano risentimenti e soluzioni dei problemi o  si importano modelli di vita e di pensiero,cioè l’area di spazio e tempo del Mondo Globale che usa e abusa del potere   delle “tecnologie dell’informazione, che mediante  “Dio Internet” assume,vede e provvede. L’ effetto primo di questa compulsiva frequentazione tecnologica(dal cellulare allo smartphone,face book,….) è la ghettizzazione della parola scritta o stampata. Se qualcuno si dovesse chiedere:” a che serve la Scuola Pubblica in fondo” in questa temperie di crisi e di disorientamento morale e tecnologico,antropologico e spirituale, la risposta( da approfondire e sviluppare ancora organicamente!)non può non rivisitare, oltre le finalità istituzionali, la caratteristica prodromica e alienante di una vita scolastica quotidiana,se dovesse risultare nella loro esperienza separata,burocratica e autoritaria,con una liturgia di meccanica ripetizione e forte astrattezza dei saperi e delle motivazioni estrinseche. LA FORZA DELLA SCUOLA deve ancora diventare motore principale e rete di unione della maieutica sociale e della galassia delle proposte strategiche della nuova civiltà dell’umanesimo fraterno e solidale. I giovani devono percepire in positivo il nuovo che avanza nella sua contraddizione e ambivalenza e colgiere con fiducia e scommessa e non più con nero e triste pessimismo la nuova navigazione e il senso del superamento reale del nozionismo e del nichilismo relativista. Cosi si potrà inaugurare l’inizio socratico e dialogico dell’INNO alla VITA e alla GIOIA da parte delle famiglie,dei genitori,dei Sacerdoti ,dei Professori Educatori e dei Dirigenti del nuovo sistema pedagogico e democratico dell’istruzione e della formazione professionale e della politica del Welfare societario e giovanile.

Luciano Nicastro – filosofo e sociologo