Le disgrazie non vengono mai da sole si dice dalle mie parti. E la vicenda della Ragusa-Catania non sembra sfuggire a questa “disgraziata” regola. Dopo tanti anni di attesa e quando sembrava che le cose si fossero messe nel modo giusto malgrado ormai si tratta di redigere il progetto finale della strada che ovviamente (questo lo sanno tutti) deve anche tener conto di tutti gli accertamenti tecnici (saggi-analisi-esami) che si fanno lungo il percorso, nemmeno la convenzione Ministero-Promoter è stata firmata (l’Anas infatti avrà solo un ruolo ispettivo) e quindi senza questi due atti fondamentali (progetto e convenzione) i tempi di esecuzione e di realizzazione slittano inesorabilmente.
La burocrazia è,come sappiamo, il peggior nemico del nostro Paese perché i tempi di un qualsiasi provvedimento slittano alle calende greche. Per quel che sappiamo, in altre nazioni (se vogliamo essere più specifici indichiamo la Turchia che conosciamo molto bene per avere ben due redazioni una ad Istanbul ed una ad Izmir) le opere pubbliche si finanziano, si progettano, si realizzano in un terzo di tempo rispetto all’Italia come i nostri lettori sanno per avere letto i tempi di attuazione dei ponti e dei tunnel sul Bosforo (peraltro eseguiti da imprese italiane).
Da questo punti di vista siamo più tranquilli nel senzo che se non si perderà tempo sulla firma della convenzione il progetto sarà pronto presto ed è interesse del promoter (privato) cominciare ed ultimare i lavori nel più breve tempo possibile (ma non prima di quattro anni) cominciando dalla consegna dell’opera eseguita il momento di guadagnare i soldini spesi.
Non resta quindi che attendere, ma vogliamo lo stesso fare un appello al Presidente del Comitato ristretto perché segua attentamente l’iter di quest’opera importantissima (assieme all’aeroporto, alla Sr-Gela, al porto di Pozzallo) per uscire da questa gravissima crisi economica, sociale, che ci sta distruggendo tutti e che si sta gestendo esattamente al contrario di come si dovrebbe cioè lanciando sul mercato iniziative che danno occupazione, ripresa dei salari, investimenti italiani e stranieri in settori determinanti quali il turismo, l’esportazione di prodotti della piccola e media impresa, dell’agricoltura sempre di eccellenza e dell’artigianato.
Non possiamo più perdere tempo: ogni giorno di isolamento geografico, sociale, economico, culturale lo pagheremo per anni ed anni !