Il ragusano Damiano Caruso è già a Imola per i mondiali di ciclismo su strada con la nazionale azzurra. Dopo il tour de France

Damiano Caruso è già a Imola, sede dei mondiali di ciclismo su strada dove il 27 settembre, con la nazionale azzurra di Davide Cassani, proverà a riconquistare la maglia iridata dopo 12 anni (Ballan nel 2008 a Varese).

Un palcoscenico importante, l’ennesimo che il corridore ragusano calca ormai da oltre un decennio, e che fino ieri ad esempio aveva come sfondo l’Arc de triomphe. La foto di fine Tour con la squadra, tutta sorridente sugli Champs-Élyséescelebrava il quarto posto del capitano designato della Bahrain-McLaren, lo spagnolo Mikel Landa, ma anche il 10° posto di Damiano, miglior italiano nella classifica generale di questa edizione della Grand Boucle. Con nessuna tappa conquistata da ciclisti di casa nostra e nessun potenziale vincitore (neanche nelle classifiche delle altre maglie) i riflettori hanno finalmente puntato il ciclista ragusano.

Sempre davanti nelle tappe di montagna, a scortare il capitano, a faticare fianco a fianco coi grandi di questo Tour. Le gambe, il cuore, la grinta di questo ragazzo, ormai 33enne e dunque esperiente e intelligente tatticamente, gli hanno consentito di resistere al termine del lavoro svolto e concludere sempre a ridosso dei primi. Quando alla penultima tappa, per la cronometro che ha deciso in maniera indimenticabile questo Tour in salsa slovena, Damiano ha potuto esprimere tutto se stesso non ha deluso. Era 11° e lo precedeva in classifica, di soli 19 secondi, il campionissimo spagnolo Alejandro Valverde, fortissimo ma non certo nelle prove contro il tempo. A Damiano sarebbe bastato guadagnare un secondo a chilometro per raggiungere agevolmente l’obbiettivo (la tappa ne misurava 36) ma ha tirato fuori una grande prestazione in senso assoluto chiudendo settimo, a 2 minuti e 29 secondi dallo stratosferico Tadej Pogačar.

Tanti anni di prestigiosa carriera per Damiano che adesso raccoglie i meritati elogi da tutta Italia.
Il decimo posto al Tour significa molto di più rileggendo il passato del ragusano che così ha raggiunto la top ten nelle tre grandi corse a tappe: 9º alla Vuelta 2014, 8º al Giro nel 2015 e 10º al Tour 2020 (ed era già arrivato 11º nel 2017). Se a queste considerazioni statistiche aggiungiamo il dato non trascurabile di aver fatto classifica nonostante non abbia mai corso da capitano, la stima cresce e con essa la voglia di vedergli alzare le braccia più spesso (in carriera ha vinto una tappa alla Settimana Coppi e Bartali nel 2013 e il Circuito de Getxo-Memorial Hermanos Otxoa 2020).

Al campionato del Mondo di Imola del 27 settembre Damiano Caruso dovrebbe correre in appoggio di Vincenzo Nibali ma non è certo che lo “Squalo dello Stretto” arrivi al massimo della forma per competere al meglio. Damiano esce bene dal Tour,le tre settimane di corsa gli garantiscono il “fondo” e il settimo posto della cronometro della La Planche des Belles Filles dimostra che ha ancora forza nelle gambe. Potrebbe diventare una pedina ancora più importante nello scacchiere di Cassani, quasi un capitano aggiunto o un jolly da giocare per sorprendere i favoriti d’obbligo, che sono tanti e fortissimi. Appuntamento a domenica dunque, si tifa Italia e permetteteci la punta d’orgoglio, si tifa Damiano Caruso.
Domenico Occhipinti

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