“IL REGOLAMENTO DI POLIZIA MORTUARIA DEVE ESSERE RIVISTO. SONO PRESENTI DELLE INIQUITA’ CHE NON HANNO RAGION D’ESSERE”

 

“Il regolamento di polizia mortuaria deve essere rivisto. Perché ci sono delle iniquità che non hanno ragione d’essere. E vanno rimosse”. Lo dice il consigliere comunale di Ragusa Angelo Laporta dopo avere ricevuto, da parte di numerosi cittadini, alcune segnalazioni sul fatto che chi, per necessità, si trova costretto a essere ricoverato, ad esempio, in un ospedale situato al di fuori del territorio comunale e poi, purtroppo, viene a mancare, diventa l’oggetto di un’applicazione delle tariffe legate ai diritti comunali che può diventare insostenibile per i familiari. “Mentre, infatti, di norma – aggiunge Laporta – le cifre in questione ammontano a centocinquanta euro per la tumulazione in tombe oppure mausolei presenti nei cimiteri comunali e a cinquanta euro per l’inumazione nei campi comuni, le stesse aumentano, e di parecchio, oltre alla produzione di un certificato di residenza, se lo sventurato ha la sfortuna di morire al di fuori del territorio cittadino e viene avanzata una richiesta per la sepoltura a Ragusa. Secondo me si tratta di un regolamento datato e che evidenzia delle disparità senza senso. Ecco perché è opportuno che lo stesso possa essere rivisto in seno alla commissione competente, per poi approdare in Consiglio comunale, appianando tutte quelle divergenze, sul piano economico, tuttora esistenti”. Laporta, inoltre, coglie l’occasione per mettere in rilievo come l’altro problema da risolvere sia quello concernente l’installazione delle bacheche per l’affissione dei manifestini funebri. “Da questo punto di vista, a Ragusa – continua il consigliere comunale – siamo parecchio indietro e ci vorrebbe la predisposizione di un piano specifico che ci consenta di individuare le aree ad hoc. Un percorso che avevo già predisposto a Marina di Ragusa, ai tempi in cui ricoprivo l’incarico di presidente del Consiglio circoscrizionale. Ritengo si tratti di una questione di decoro per evitare che prosegua oltre l’affissione selvaggia dei manifestini funebri”.