In risposta al comunicato stampa diramato ieri dal vicesegretario provinciale Mario D’Asta, come responsabile per Ragusa di #ricominciamo dalla Sicilia, oltre che coordinatrice provinciale dell’area Renzi al pari di D’Asta, sento, nei confronti dei renziani della Provincia che hanno sostenuto Antonio Ferrante alle convenzioni e che oggi, assieme a molti altri, hanno espressamente manifestato il sostegno alla candidatura del segretario regionale Lupo, il dovere di fare chiarezza.
Non si comprende, nello specifico, a che titolo ed in quale “veste”, D’Asta possa dichiarare, così si legge nella nota, che “l’area Renzi del Pd sosterrà la candidatura di Fausto Raciti”. Se lo fa a titolo di coordinatore provinciale dell’area Renzi, sbaglia: è noto, infatti, come ribadito durante la conferenza stampa del 13 febbraio scorso, che né i circoli Big Bang di Scicli, Ispica, Pedalino, Pozzallo, Modica ed altri, né altre componenti che compongono l’area Renzi della Provincia, sosterranno il candidato alla segreteria regionale Raciti, alle primarie di Domenica prossima.
Circa la questione del capoluogo, poi, è bene ricordare, per onestà intellettuale, che se c’è un vero responsabile del disastro delle amministrative dello scorso anno, colui che impose la candidatura di Cosentini, bypassando le primarie, questi ha un nome e cognome: Rosario Crocetta. Il candidato del segretario Lupo era uno solo: Peppe Calabrese, non Cosentini.
Eppure tutto questo D’Asta lo sapeva, oggi finge di dimenticarlo e chiede di appoggiare un candidato di bandiera, imposto come renziano, ma sostenuto da Crocetta e i suoi alleati di sempre, Crisafulli, Cracolici, Speziale, Capodicasa e Lumia, co-responsabili dell’appoggio al governo Lombardo, della nascita di megafono e del dimezzamento dei consensi del partito democratico siciliano a beneficio della lista del “Presidente”. In nome della presunta e ritrovata unità? Nessun ticket, seppure con tandem autorevoli, potrà mai giustificare una simile retromarcia al percorso intrapreso in questi anni; questo è il momento “in cui il coraggio – come direbbe Matteo – deve essere più forte della comodità e la speranza deve prendere il posto della rassegnazione”.
Chi vuole usare Matteo Renzi come marchio commerciale per nascondere giochi di potere, faccia pure. A Ragusa, come in tutta la Sicilia, per fortuna, c’è chi ha mostrato coerenza sul campo dall’inzio alla fine, non solo sostenendo Matteo Renzi in tempi non sospetti ed aderendo al suo progetto di partito plurale ed aperto, ma rimanendo libero mentre altri venivano schiacciati dalla cieca obbedienza a vecchi e nuovi capicorrente da sempre impegnati in lotte fratricide per mantenere reciproche quote di potere acquisito.
Un partito che riparte dal basso non è mai contro “qualcuno”, ma è sempre per qualcosa: cambiare la Sicilia dal basso e rottamare i veri responsabili dell’immobilismo del partito democratico siciliano. E’ per questo che, con coerenza, Domenica 16 febbraio, voteremo Giuseppe Lupo.
Alla luce di queste considerazioni, è bene che Mario D’Asta faccia chiarezza, una volta per tutte, e abbia rispetto dei tanti militanti che hanno sostenuto Matteo Renzi alle scorse primarie, ma soprattutto rispetti il nuovo ruolo che oggi riveste. Da vicesegretario si preoccupi di pensare a mantenere equilibrio e rispetto delle legittime posizioni, piuttosto che diffondere la sensazione errata che la segreteria sia schierata.
Se proprio vuole fare il tifoso, si dimetta.
Paoletta Susino Coordinatrice provinciale Big Bang e responsabile #ricominciamo dalla Sicilia per Antonio Ferrante.