IL ROMANZO DI SIMONA LO IACONO

              Un nuovo evento culturale a Scicli: Domenica 24 Aprile alle 18.30 presso la libreria Don Chisciotte (via Aleardi) si presenta “Le streghe di Lenzavacche” (edizioni e/o), il nuovo romanzo di Simona Lo Iacono, che dialogherà con Giuseppe Pitrolo.

 

Simona Lo Iacono è nata a Siracusa nel 1970. Magistrato da 18 anni, ha vinto concorsi letterari di poesia e narrativa. Cura convegni letterario/giuridici; fa parte dell’associazione europea dei “giudici-scrittori” e della Società Italiana di Diritto e Letteratura (SIDL). Si occupa, sul blog letterario “Letteratitudine” di Massimo Maugeri, di una rubrica che coniuga norma e parola dal nome “Letteratura è diritto, letteratura è vita”.

Il suo primo romanzo “Tu non dici parole” (2008) ha vinto il premio Vittorini Opera prima. Nel 2010 ha pubblicato il racconto lungo scritto con Maugeri “La coda di pesce che inseguiva l’amore” ( Premio “Più a Sud di Tunisi”). Nel 2011 ha pubblicato il romanzo “Stasera Anna dorme presto” (premio Ninfa Galatea). Nel 2013 ha pubblicato il romanzo “Effatà” (premio Martoglio). Conduce sul digitale terrestre BUC, trasmissione che mescola al libro varie discipline artistiche. Cura per la “Sicilia” la rubrica letteraria “Scrittori allo specchio”. Presta inoltre servizio presso il carcere di Brucoli come volontaria, tenendo corsi di letteratura scrittura e teatro, mezzi artistici con i quali intende attuare il principio rieducativo della pena sancito dalla Costituzione.

Le streghe di Lenzavacche” – candidato al premio Strega – è il suo romanzo più recente: le “streghe di Lenzavacche” vennero chiamate nel Seicento in Sicilia un gruppo di mogli abbandonate, spose gravide, figlie reiette o semplicemente sfuggite a situazioni di emarginazione, che si riunirono in una casa ai margini dell’abitato e iniziarono a condividere una vera esperienza comunitaria e letteraria. Però furono fraintese, bollate come folli, viste come corruttrici e istigatrici del demonio. Secoli dopo, durante il fascismo, una strana famiglia – composta dal piccolo Felice, sua madre Rosalba e la nonna Tilde – rivendica una misteriosa discendenza da quelle streghe perseguitate. Assieme al giovane maestro Mancuso si batteranno contro l’oscurantismo fascista per far valere i diritti di Felice, bambino sfortunato e vivacissimo.

In una Sicilia viziosa, ma pronta a giudicare, carnale e insofferente alla diversità, religiosa e pagana, Felice, sua madre e il maestro Mancuso, amanti della fantasia e dei libri, finiscono per diventare i simboli di una controtendenza dirompente, quella che decide di andare al di là delle apparenze e di scommettere sul valore della pietà umana. La loro parabola somiglierà allora proprio a quella delle streghe, le donne che decisero di vivere in castità e in obbedienza e di riunirsi per fronteggiare gli eventi difficili della vita, affratellandosi in un vincolo di solidarietà umana.