Una gara da dimenticare. D’altronde come lo sono tutte quelle che lo Scicli C. R. ha giocato in questa stagione calcistica. Tutta in salita la strada per i ragazzi di Peppe Rosa che, nonostante gli innesti maturati con grandi sacrifici dalla nuova società che fa capo al presidente Franco Occhipinti, poco si è visto per dire che la stagione possa navigare in acque tranquille. Gare senza positive emozione, gare che si sciolgono come neve al sole lasciando l’amaro in bocca. La quinta di stagione del Girone D del Campionato di Promozione è la foto sbiadita di uno Scicli in zona play out. Un calcio di punizione per gli ospiti, venuti allo “Scapellato” carichi della vittoria nella precedente gara di campionato, porta in vantaggio il Santa Croce con Gomez che insacca nella porta avversaria mentre lo Scicli non riesce nel mandare in rete la palla per un calcio di rigore tirato dall’attaccante Vitale. Le diverse palle gol giocate sul terreno di gioco non sono servite a nulla. Come nelle altre partite, si costruisce ma non si realizza: è questo l’handicap dei cremisi. Un “neo” su cui lavorare per uscire dal fondo classifica. Solo tre punti in cinque gare che gli danno il titolo di fanalino di coda assieme a Frigintini ed Aci E Galatea rispettivamente con due ed un punto. La sesta di campionato impegnerà lo Scicli con la capolista, con quel Niscemi che in Coppa Italia gli ha rifilato un bel po’ di reti. Questa settimana c’è da lavorare e soprattutto c’è da riconquistare la tifoseria fortemente delusa dai risultati negativi di questa prima parte di stagione. Gli ultras, infatti, hanno avuto di che contestare a fine partita. Normale, da attenderselo.
Un di questi è quello dell’attaccante Luigi Implatini, uomo d’oro dello Scicli calcio di un tempo. “A me la cosa che fa più male e lo ribadisco ancora è vedere uno stadio ridotto ai minimi termini – ha scritto nel suo commento – ho visto un pò di partita e penso che non si possa rimproverare nulla a nessuno, si è perso per episodi sfavorevoli che nel calcio possono capitare. Però una cosa è certa, se non si cambia marcia a livello di struttura e cioè campo agibile, in erba sintetica, una tribuna coperta, spazzi attorno al campo di gioco sfruttati al massimo e tanto altro, ahimè a Scicli non potremo mai più avere quello che c’è stato 20, 30, 40 anni fa. La base di partenza deve essere questa: se non sarà così vedremo tantissime altre stagioni con dei ragazzi e delle persone che si spendono e cercano di fare il massimo ma più di questo non si potrà fare”. E Gianluca Russino rincara: “caro Luigi cosa che i signori politici amministratori da vent’anni ormai a questa parte non hanno capito – scrive – un impianto a norma e funzionale alla base di una programmazione. Per chi vuole investire nel calcio locale e riportare entusiasmo”.