Gli atti e i comportamenti che in questi giorni il Sindaco di Modica sta assumendo rischiano di avere come effetto il totale isolamento della città di Modica dalle decisioni che i comuni saranno chiamati a prendere dopo l’approvazione della legge che abolisce le Province e dai percorsi democratici di formazione dei liberi consorzi.
Riteniamo un errore politico ed un atto contrario alle elementari regole dei rapporti istituzionali non avere partecipato alla riunione dei Sindaci che si è tenuta lunedì scorso a Ragusa; in ogni caso si sarebbe dovuto partecipare, non fosse altro per esprimere ed argomentare la propria posizione differente rispetto a quella poi rivelatasi maggioritaria.
L’assenza preannunciata e accompagnata da rassicurazioni su contatti avuti con i Sindaci di Ispica, di Pozzallo e di Scicli, ha avuto il risultato che in nostra assenza tutti i comuni della provincia (con esclusione di Modica e di Comiso, quest’ultimo per impegni del Sindaco) hanno sottoscritto un documento con il quale sostanzialmente si auspica il mantenimento dell’attuale consistenza dei comuni dell’ex Provincia con l’eventuale allargamento ad altre realtà territoriali.
Inoltre, il Sindaco di Ispica, come riportato dalla stampa, nel lamentare che nessun contatto era stato avviato dal Comune di Modica prima della riunione di lunedì, preannuncia la sua assenza da un incontro programmato a Modica per verificare la possibilità di istituire un libero consorzio del cosiddetto “Val di Noto”.
Una materia nuova e complessa come quella che è stata sancita dalla recente legge e che potrebbe coinvolgere entro qualche settimana i consigli comunali e i cittadini in merito a scelte che riguardano il futuro delle comunità non può essere trattata con superficialità o con proclami; si richiede, viceversa, uno studio ed un approfondimento che tenga conto delle implicazioni economiche e sociali che ogni ipotesi di distacco e di accorpamento comporta, un confronto con la città ed il consiglio comunale ed una paziente opera di costruzione di alleanze istituzionali e non di rotture traumatiche e di polemiche.